A Torino e a Londra: insieme per il Ramadan
Il centro islamico ’Al-Rahma Islamic Centre, nella zona nord di londra, è stato distrutto da piromani in giugno, lasciando la locale comunità di somali musulmani senza un punto di riferimento. E, in questi giorni, senza uno spazio dove celebrare la rottura del digiuno per il Ramadan. È intervenuta la Finchley Reform Synagogue, che ha deciso di ospitarli, con un gesto di generosità e di grande semplicità, dettato dal desiderio di “sostenere gli abitanti del nostro quartiere. Sadiq Khan, membro del Parlamento, ha sottolineato che gesti simili sono utilizimi per far calare la tensione che caratterizza questo periodo. “Dubito che siano molti i luoghi dove i musulmani vengono invitati in sinagoga per consumare l’Iftar, il pasto che interrompe il digiuno, – ha aggiunto – e credo che questo gesto sia davvero esemplare, spero sia un esempio non solo per il resto del paese, ma per il mondo intero.”
Un incontro dal valore simile ha avuto luogo a Torino nelle scorse ore: una cena all’aperto è stata organizzata per le vie di San Salvario, per tutti i cittadini torinesi che volevano unirsi in occasione della fine del periodo di digiuno. Promossa dalla Comunità Islamica che fa capo alla Moschea di via Saluzzo con il supporto della Associazione GMI Giovani Mussulmani di Italia e dell’Associazione culturale Azeytuna, l’iniziativa ha visto la presenza anche di rappresentanti della comunità ebraica. Hanno portato il loro saluto il Presidente della Comunità Ebraica di Torino, Beppe Segre, il Presidente della Circoscrizione, ing. Mario Cornelio Levi e il parroco della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, don Mauro Mergola, che ha consegnato una lettera di auguri dell’arcivescovo monsignor Nosiglia.
La manifestazione nasce dall’idea di illustrare il significato dell’osservanza del Ramadan attraverso un evento collettivo informale, invitando tutti a rompere il digiuno con datteri e latte, come da tradizione. In questo modo si è cercato di favorire una partecipazione attiva e spontanea, sottolineando un’apertura al confronto e alla condivisione. “È la prima volta che organizziamo una festa simile a Torino”, spiega Ibrahim Abou Ismail, presidente dell’associazione Azeytouna, “con questo momento di condivisione vogliamo conoscere e farci conoscere meglio anche con le altre comunità religiose presenti in città e con i torinesi”. Quale modo migliore se non usare la via della tradizione e della cultura, oltre quella religiosa, per farsi conoscere? La cultura, qualsiasi essa sia, necessita di un posto nella vita quotidiana e rappresenta una finestra su un mondo altro su cui vale la pena affacciarsi e magari fermarsi anche solo per poco ad assaporarne alcuni aspetti.
“Auspichiamo”, sostiene Beppe Segre, “che lo studio e la conoscenza reciproca possano servire ad abbattere i pregiudizi, che forniscano le basi per lo sviluppo di un effettivo dialogo interreligioso e interculturale. Tutto questo nella speranza di abbattere e superare i pericoli dell’antisemitismo, dell’islamofobia e di ogni ideologia intollerante”.
(22 luglio 2014)