Blocco dei voli su Israele “Un premio al terrorismo”

rassegnaHa cominciato la Delta, seguita dalle altre compagnie statunitensi. Poi è toccato ad Air France e Lufthansa. E infine ad Alitalia, che si è mossa cancellando i voli previsti per la serata di ieri e posticipando quello di questa mattina alle 19. Voli sospesi, da e per Tel Aviv: questo l’effetto del razzo lanciato ieri da Gaza e caduto a meno di due chilometri dall’aeroporto Ben Gurion. Yisrael Katz, il ministro dei Trasporti israeliani, ha definito il blocco “un premio al terrorismo” (Davide Frattini sul Corriere della sera). La diplomazia è intanto al lavoro per un cessate il fuoco. Ban Ki-Moon ha invitato israeliani e palestinesi a “smettere di spararsi” e a “cominciare a parlarsi”. All’invito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto chiedendo come condizione per la tregua che la Striscia venga smilitarizzata. “Hamas è come Al Qaeda, come Isis, come Boko Haram”, ha commentato Netanyahu.

Sul Giornale Fiamma Nirenstein racconta intanto l’angoscia di Israele per la sorte del soldato che Hamas ha annunciato di aver rapito (ma potrebbe trattarsi di un bluff) e la commozione di tutto un paese per i suoi caduti. “Un paese che nasce con 600mila abitanti nel 1948 e oggi ne ha poco più di sette milioni – scrive Nirenstein – considera ognuno dei suoi ragazzi un gioiello: averne persi circa 23mila, esclusi gli attentati, racconta tutta la sua determinazione. In queste ore, le foto di 27 ragazzi che hanno lasciato per sempre le loro famiglie, le loro ragazze, i loro compagni, invadono i giornali e la mente”.

Bloccato in ospedale, lo scrittore israeliano Amos Oz – tramite la figlia Fania – rilascia intanto alcune valutazioni sul conflitto a Elena Loewenthal (La Stampa). “Ho sempre cercato la pace, ora cadono missili tutto intorno a me: un paradosso”, afferma Oz. Lo scrittore, celebre per i suoi richiami alla politica del compromesso, dice inoltre di sentirsi stretto “tra l’odio palestinese” e “l’oltranzismo della destra”.

Sul Medio Oriente, nuovo scontro in Consiglio comunale a Milano. Da una parte, il consigliere della Federazione della Sinistra, Anita Sonego, ha esposto un cartello con la scritta: “Gaza. Più di 500 vittime civili e muore un bambino ogni 90 minuti. Indigniamoci”. Dall’altra la replica di Giulio Gallera (Forza Italia), che ha sventolato una bandiera di Israele. “Il confronto a distanza – scrive il Corriere Milano – ha bloccato per oltre un’ora i lavori d’aula. Lo stallo è stato alla fine risolto con un minuto di silenzio per tutte le vittime del conflitto”.

“Sinagoghe e aeroporti, ma anche grandi vie di comunicazione. La segnalazione che i servizi di sicurezza italiani, nelle ultime ore, hanno passato agli investigatori antiterrorismo riguarderebbe il rafforzamento delle misure di sicurezza intorno a una sinagoga di una grande città italiana e nei principali scali aerei”. È quanto scrive oggi il Mattino. Citando una fonte anonima dell’intelligence, il quotidiano sottolinea: “Potrebbe profilarsi una potenziale ripresa degli attentati, secondo lo schema Lockerbie”. “L’obiettivo sinagoghe – si legge ancora – è uno dei capitoli d’allarme: se ne contano a decine, sparse per l’Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Proprio uno di questi luoghi italiani di culto ebraico sarebbe finito nel progetto di un’azione ‘dimostrativa’ anti Israele nei giorni della guerra di Gaza”.

L’incandescente situazione mediorientale fa discutere anche editorialisti e opinion leader. “L’antisemitismo – scrive Vittorio Feltri sul Giornale – gioca un ruolo fondamentale (in Europa e in Italia) nella demolizione sistematica della reputazione israeliana. Un esempio emblematico: se si tratta di celebrare la Shoah, ci sentiamo tutti fratelli degli ebrei e deprechiamo i nazisti e i fascisti che li sterminarono; ma non appena esplode un colpo di fucile lungo i confini dello Stato ebraico, il sentimento di solidarietà nei loro confronti si trasforma subito in antipatia se non in autentico razzismo. In questi giorni ne abbiamo sotto gli occhi la prova”.

Di tutt’altro taglio l’intervento di Michele Serra nella sua Amaca quotidiana su Repubblica. Serra parla infatti di “accanimento israeliano” su Gaza e si pone le seguenti domande: Chi può trarre vantaggio o soddisfazione da un simile, oggettivo disastro politico e umanitario? Secondo quale logica si muove il signor Bibi Netanyahu? “Mi ero ripromesso di non proferire sillaba su una tragedia decennale che ha già provocato, a parte i disastri più concreti, anche la penosa consunzione delle parole di condanna, identiche a loro, logore, patetiche. Ma anche il silenzio, perfino il silenzio – afferma Serra – oggi mi sembra una scelta senza senso”. Non una parola viene però spesa per denunciare la minaccia dei tunnel sotterranei di Hamas e il costante lancio di missili dalla Striscia verso il territorio israeliano.

Sulle colonne dell’Unità Fabio Nicolucci denuncia invece l’assenza di realismo della sinistra italiana a proposito dell’intera questione mediorientale. “La sinistra, proprio sul Medio Oriente – scrive Nicolucci – da tempo ha abbandonato ogni sforzo di rinnovamento nel pensiero e nell’analisi, per ripetere o inefficaci rigetti delle analisi altrui oppure irenistiche e dunque velleitarie ricette di pura testimonianza. Non a caso, con la fine del mondo da essa conosciuto, quello della Guerra Fredda, non ha fatto altro che aggirarsi sperduta fra macerie montanti”. Intervistato dal Garantista, Moni Ovadia intanto non si smentisce e torna a denunciare “l’immane propaganda occidentale che si erge in difesa della democrazia dello Stato d’Israele contro Hamas”.

Si fa sempre più drammatica la situazione dei cristiani perseguitati dal Califfato in Iraq. Dopo l’editto di Mosul (“Convertitevi o morite”) molti hanno trovato rifugio nella piana di Ninive, in quella che Avvenire definisce “l’ultima isola dei cristiani” dalle minacce degli integralisti dell’Isis. Camille Eid racconta le loro storie.

Nuova surreale evocazione di Mussolini da parte del leader del Movimento Cinquestelle Beppe Grillo. A proposito della riforma elettorale Grillo iscrive sul suo blog: “Neppure Mussolini ebbe la sfacciataggine del trio Napolitano, Renzi e Berlusconi”. Per poi aggiungere: “Mussolini la dittatura la fece senza nascondersi dietro la parola ‘riforme’ e la legge elettorale fascista Acerbo fu sicuramente più rappresentativa del corpo elettorale e rispettosa della democrazia dell’Italicum di Renzie e del noto pregiudicato” (Alberto Custodero, Repubblica).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(23 luglio 2014)