Un inizio difficile
Il Sergente Maggiore Bayhesain Kshaun aveva 39 anni, ed è stato ucciso all’alba da un missile anticarro insieme ad altri tre soldati, dopo aver intercettato un gruppo di terroristi di Hamas infiltrati nel sud di Israele, che volevano attaccare il Kibbutz Nir Am.
Dieci giorni dopo sua moglie, Galaitu, di origini etiopi come lui, ha dato alla luce la loro terza figlia. “Si chiama Tal-Or, luce, per ricordare i momenti belli e luminosi, i momenti gioiosi che abbiamo vissuto”. Bayhesain sapeva che sarebbe stata una bambina, e per Galaitu in questo momento “La cosa che fa più male è non avere nessuno da chiamare, nessuno a cui mandare un messaggio. È terribile”.
Dall’ospedale in cui si trova, con la piccola in braccio e tenendosi stretti i bambini che ha potuto crescere con suo marito, ha raccontato a Channel 2 che Bayhesain aveva paura dei tunnel, ma che amava l’esercito: “Era stato ferito tre anni fa, e avrebbe potuto lasciare la vita militare, ma non ha voluto, ha fatto il soldato per vent’anni”. È stato seppellito a Netivot, la cittadina nel sud del paese dove viveva con la sua famiglia, e sono stati in migliaia a volerlo salutare. Ricordandolo come un eroe, che è morto proteggendo dei civili da un tentativo di attacco terroristico. Galaitu, con Tal-Or stretta fra le sue braccia, ha gli altri figli a cui pensare: “Cerco di non piangere, per loro, e so che lui vorrebbe che noi tornassimo al più presto a una vita normale. Non so come andrò avanti, sarà difficilissimo, e nulla potrà riempire il vuoto. Un giorno dopo l’altro, ce la faremo. E spero che a un certo punto ci sarà davvero una tregua, e che non ci saranno altre madri nella mia situazione, di nuovo, tra un paio di anni…”.
a.t. twitter @atrevesmoked
(3 agosto 2014)