Testimonianze della rivolta
La prima sorpresa era arrivata alcuni mesi fa, durante i lavori per la nuova autostrada che collega Gerusalemme a Tel Aviv: il rinvenimento di alcuni frammenti di vasellame ha portato alla scoperta di un sito sconosciuto, che risale al periodo del Secondo Tempio. Durante gli scavi, guidati da Pablo Betzer and Eyal Marco della Israel Antiquities Authority, sono state portate alla luce diverse strutture del primo secolo A.E.V., probabilmente distrutte nel 69 o nel 70 E.V. dai Romani, durante la repressione della Grande Rivolta. Quella ribellione terminata con la caduta di Gerusalemme e la distruzione del Tempio a Tisha Beav, duemila anni fa.
Pochi giorni fa, poi, un ulteriore ritrovamento di grande rilievo, che sta facendo il giro del mondo: nell’angolo di una delle stanze venute alla luce, all’interno di un salvadanaio di ceramica sono state trovate 114 monete, datate “anno quarto della Grande Rivolta contro i Romani” (fotografate da V. Niihin, per la Israel Antiquities Authority). Per Betzer e Marco “Si tratta di un tesoro che pare essere stato sepolto diversi mesi prima della caduta della città, che offre uno sguardo nelle vite degli ebrei che vivevano alla periferia di Gerusalemme alla fine della ribellione. Evidentemente qualcuno temeva che la fine si stesse avvicinando e decise di nascondere questo piccolo tesoro, forse nella speranza di recuperarlo più tardi, quando la calma nella regione fosse stata ripristinata”. Su tutte le monete compaiono da un lato un calice e la scritta in ebraico “alla redenzione di Sion” e dall’altro lato un motivo di rami di palma tra due cedri, contornato dalla scritta “Anno Quarto”.
La scoperta di una seconda serie di vasi completi che si trovavano sotto la pavimentazione del cortile, ha mostrato come una parte degli edifici sia stata poi nuovamente abitata all’inizio del secondo secolo, nel periodo che si è concluso con la distruzione degli insediamenti ebraici in Giudea, come conseguenza della rivolta di Bar Kochba. È probabile che gli abitanti del villaggio siano stati molto attivi in entrambe le rivolte contro i Romani, motivo per cui l’insediamento è stato distrutto due volte, per non essere mai più ricostruito. La Israel Antiquities Authority sta ora valutando, insieme alla Netivei Israel Company – la Società Nazionale dei Trasporti e delle Infrastrutture – di procedere a un recupero del villaggio che venga poi inserito nei piani di sviluppo dell’area che affianca l’autostrada, dando così una grande visibilità a un sito sconosciuto fino a pochi mesi or sono.
Ada Treves twitter@atrevesmoked
(6 agosto 2014)