Il disarmo di Hamas per firmare la tregua

rassegnaIl disarmo di Hamas, con la consegna del suo arsenale missilistico, e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza sono le principali richieste di Israele per firmare una tregua con la controparte palestinese. D’accordo il segretario di Stato John Kerry che alla Bbc afferma “Se Hamas vuole la fine del blocco economico deve accettare di cedere gli armamenti”. Come spiega Maurizio Molinari su La Stampa, altra richiesta del governo israeliano è i ripristino di una supervisione dei confini da parte dell’Autorità nazionale palestinese guidata dal presidente Abu Mazen, con l’aiuto della comunità internazionale e dell’Egitto. L’obiettivo, come spiega Fiamma Nirenstein sul Giornale, è ridare ad Abu Mazen il controllo sulla Striscia e isolare gli estremisti di Hamas, che però anche dal Cairo continua a minacciare, rifiutando al momento l’estensione della tregua di 72 ore iniziata martedì. Intanto sul conflitto – mentre “Gaza prova a ripartire”, come scrive il Corriere della Sera – pesano dal punto di vista mediatico le minacce ricevute dai giornalisti che cercavano di compiere il proprio lavoro a Gaza. Sempre Nirenstein scrive  “si sa che fotografi e cameraman sono stati minacciati e espulsi se hanno fotografato militanti armati. Solo i poveri civili dovevano apparire nelle cronache. Nei sotterranei dell’ospedale Shifa c’è la centrale di Hamas, ma i giornalisti sono tenuti a fotografare solo i feriti e i morti”. 

Il conflitto mediorientale è uno dei temi al centro dell’intervista rilasciata alla Stampa dal ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini. Il ministro in particolare esprime apprezzamento per il lavoro del segretario di Stato Usa John Kerry. Il ruolo degli Usa secondo Mogherini “è stato fondamentale, perché gli attori regionali senza un riferimento come quello americano e del-l’Onu difficilmente potrebbero trovare una qualche soluzione. La fatica e la testardaggine anche di Kerry in queste settimane è stata fondamentale”.

Apprensione per le sorti di due cooperanti italiane – Vanessa Marzullo, 21 anni di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli, 20 anni di Gavirate (Varese) – rapite mentre operavano in Siria. “Le due ragazze sono state caricate su un furgone da una decina di uomini armati – scrive il Corriere -che hanno fatto irruzione verso le 4 del mattino nell’appartamento situato vicino a Idlib, nella zona di Aleppo, dove erano arrivate con due guide appena tre giorni prima”. Vanessa e Greta erano partite per la Siria per portare aiuto alla popolazione, in ginocchio a causa della sanguinosa guerra civile in corso.

Repubblica torna sul caso giudiziario che vede coinvolto l’Ospedale israelitico di Roma. Secondo quanto afferma il quotidiano, i carabinieri del Nas avrebbero scritto alla Regione la seguente richiesta: “revocate la convenzione 2013 con l’ospedale Israelitico; sospendete la determinazione del suo budget per il 2014; bloccate il rinnovo dell’accordo per l’anno in corso e revocate l’accreditamento”. “Interventi ambulatoriali ai denti spacciati per costose operazioni maxillo-facciali”, l’accusa riportata su Repubblica. Il Tar intanto “ha accolto il ricorso dell’Israelitico contro la decisione della Regione che, in autotutela, aveva chiesto il recupero delle somme pagate per la remunerazione delle prestazioni sub iudice”. Il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha dichiarato che “stiamo valutando con grande scrupolo le richieste del Nas, l’orientamento dei giudici amministrativi, i risultati dell’indagine della procura e di quella da noi avviata e che ha fatto scattare controlli ancora più stretti sulle prestazioni assicurate in regime di accreditamento non solo dell’Israelitico ma dell’intero sistema ospedaliero, nel rispetto della legalità, della trasparenza e dello stato di diritto di ognuno e di tutti”.

“Barghouthi non è Mandela ma un terrorista confesso”. Questa la lettera dell’ambasciatore presso la Santa Sede Zion Evrony, pubblicata oggi su Famiglia Cristiana in risposta a un articolo apparso sulla rivista a firma di Giusy Baioni che apriva con il titolo “Marwan Barghouthi, il Mandela palestinese”. “Leggendo il vostro articolo – scrive l’ambasciatore – si è indotti a pensare che Marwan Barghouthi e tutti gli altri prigionieri palestinesi, oggi detenuti nelle carceri israeliane, siano uomini di pace e innocenti di ogni crimine. La maggior parte di questi prigionieri, in realtà, sono terroristi o hanno collaborato con terroristi che hanno causato la morte di oltre 1.100 civili israeliani, donne e bambini inclusi, e il ferimento di circa 6.000 civili durante l’intifada dal 2000 al 2005”.

Chiede fiducia Yoram Gutgeld, deputato Pd e consigliere economico del primo ministro Matteo Renzi. Fiducia nonostante i risultati pubblicati in merito al Pil italiano siano ancora negativi e abbiano messo in seria difficoltà il governo Renzi. “Non vedo cosa ci sia da drammatizzare – afferma Gutgeld in un’intervista a Repubblica – Un Paese e un governo si giudicano, all’interno e all’estero, da quello che è in grado di fare nel medio termine. E noi abbiamo un piano preciso e ambizioso che si è dato come orizzonte temporale mille giorni, tre anni. E al termine vedrete che il nostro Paese sarà più moderno, più efficiente, in grado di dare lavoro e prospettive”.

Daniel Reichel

(7 agosto 2014)