Rav Laras, “L’Occidente non abbandoni i perseguitati”

rassegnaLe aperture dei giornali di oggi sono dedicate alla grave situazione irachena (tra gli altri, Corriere della Sera, La Stampa e Repubblica). Bagdad ieri ha dichiarato di avere prove certe dell’eccidio di centinaia di yazidi da parte dei jihadisti sunniti dello Stato Islamico. Cinquecento persone uccise e buttate in fosse comuni, in molti casi ancora vive. È la cruda testimonianza della violenza che i miliziani del Califfato stanno perpetrando contro le diverse minoranze che popolano l’Iraq. E contro queste persecuzioni si leva l’appello pubblicato oggi dal Corriere della Sera, con apertura in prima pagina di rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia. “Da numerosi anni, in una regione estremamente vasta, che va dal Nord Africa sino alla Siria e all’Iraq, nel silenzio generale dell’Occidente e dell’Europa in particolare – scrive rav Laras – cristiani e altre minoranze, tra cui i pacifici yazidi, sono sottoposti a terrore, violenze continue e morte”. Il rav ricorda come in quelle stesse terre, gli ebrei subirono anni fa le stesse persecuzioni e anche in quel caso “vi fu il colpevole silenzio dell’Occidente”. Per Laras ora non si può più rimanere silenti e non agire. “Abbandonare quelle terre equivale ad abbandonare le nostre radici. Tollerare tali persecutori sulla scena internazionale pone un’enorme ipoteca sul futuro del Medio Oriente, del Nord Africa e dell’Occidente”.

Mentre gli Stati Uniti sono intervenuti militarmente, con raid aerei contro i miliziani jihadisti in Iraq, l’Italia non sembra indirizzata a intervenire nell’area con la forza. “Sono allo studio altre iniziative”, afferma il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini (La Stampa), e sembra che a Roma si stia pensando alla costruzione di un ponte umanitario, per salvare le minoranze religiose perseguitate dagli uomini del Califfato (Repubblica).

Tregua di 72 ore intanto sancita tra Israele e Hamas. L’accordo è arrivato ieri e il cessate il fuoco è iniziato in serata. “Dopo una giornata convulsa scandita dai lanci dei razzi di Hamas sui villaggi israeliani e dalle risposte dei caccia di Gerusalemme il governo di Benjamin Netanyahu ha accettato la proposta egiziana per un cessate-il-fuoco di tre giorni”, scrive Alberto Flores D’Arcais su Repubblica, che ricorda come Hamas, sparando razzi contro Israele proprio mentre si trattava per il cessate il fuoco, ha messo deliberatamente a rischio l’accordo. Premesse poco confortanti ma comunque al Cairo dovrebbero ripartire oggi i colloqui per una arrivare a una tregua duratura: Israele chiede come condizione il disarmo di Hamas che a sua volta vuole la «revoca totale» del blocco israeliano alla Striscia di Gaza, l’apertura di un porto e dell’aeroporto e il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane.

“Preoccupato? Infastidito, ma non preoccupato. Perché, per fortuna abbiamo avuto una reazione immediata sia dei cittadini, che si sono adoperati per strappare i manifesti, sia da parte del sindaco Marino, del presidente della Regione Zingaretti e da parte della stampa”. Così Piero Terracina, testimone della Shoah, commenta sul Corriere della Sera i vergognosi manifesti comparsi venerdì a Roma, in cui con la più becera retorica antisemita si invitava a boicottare “i negozi ebrei”. “All’alba di venerdì in viale Libia, piazza Bologna, corso Trieste, via Livorno e via Ugo Ojetti, strade dove c’è un alta concentrazione di negozi ebraici – scrive il Messaggero – sono comparsi una cinquantina di manifesti che invitano a non fare acquisti nei negozi gestiti da membri della comunità: «Boicotta Israele!», era il messaggio”. Gli inquirenti avrebbero per le mani un video in cui compaiono i responsabili della vergognosa azione, firmata da gruppi dell’estremismo di destra della Capitale.

Sul Corriere una breve riporta la notizia delle prossime elezioni per la presidenza della Comunità ebraica di Roma, previste per aprile 2015. “Dopo due mandati consecutivi – si legge nel pezzo – Riccardo Pacifici non potrà ripresentarsi. Al suo posto, l’ex presidente, sta pensando di lanciare una donna: Ester Mieli, sua storica portavoce, nel Pd veltroniano della prima ora, poi portavoce di Gianni Alemanno in Campidoglio. Oltre al suo, circolano altri nomi: Livia Ottolenghi, Roberto Coen, Raffi Sassun e Victor Magiar. Ma la corsa è appena iniziata”.

“Militari, dissidenti e scandali – Il ‘sultano’ ha travolto tutto”. Così La Stampa riassume la vittoria di Tayyip Erdogan alle elezioni in Turchia, le prime con nomina diretta del capo dello Stato.

Daniel Reichel

(11 agosto 2014)