Moshé…
Moshé ha sempre anteposto gli interessi pubblici a quelli suoi privati. Quando scende dal Monte Sinai, dopo essere stato per quaranta giorni lontano dalla sua famiglia, torna direttamente dalla sua comunità, senza neppure un breve saluto a moglie e figli. Quando l’Eterno intende distruggere il popolo ebraico per la trasgressione del vitello d’oro e gli propone di fare solo di lui e della sua discendenza un “nuovo Israele “, Moshé rifiuta e antepone la vita di ogni ebreo, anche di quelli meno meritevoli, alla sua stessa vita. Eppure, nel momento della sua destituzione nessuno del popolo alza un dito a favore di Moshé, né con una preghiera, né con una richiesta di spiegazioni. Del resto non è sempre questo il destino di ogni grande leader?
Roberto Della Rocca, rabbino
(12 agosto 2014)