#Israeledifendelapace – Tregua, pessimismo al Cairo
Undici punti da accettare, modificare o rifiutare. La proposta egiziana, divisa appunto in undici punti è tornata oggi sul tavolo delle trattative. Dalla delegazione israeliana (nella foto, al centro, il capo dei servizi di sicurezza dello Shin Bet Yoram Cohen, membro della delegazione, mentre discute con il primo ministro Benjamin Netanyahu) non sono pervenuti commenti sullo stato dei negoziati. A parlare, questa mattina, è stato il premier Netanyahu. “La delegazione al Cairo sta lavorando sotto le precise istruzioni di tutelare le esigenze di Israele” e “solo se queste esigenze troveranno risposta, allora ci sarà un accordo”. “Se Hamas pensa i compensare le sue perdite militari con un risultato politico, si sbaglia. Finché continuerà l’aggressione, Hamas continuerà a soffrire gravi danni”. Uno degli uomini del governo Netanyahu, Naftali Bennet, invita da giorni a prendere una decisione più netta, abbandonare il Cairo e i negoziati. Lo ha ribadito oggi, appena conclusa la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano. “Dobbiamo interrompere immediatamente i negoziati con Hamas – ha affermato Bennet – e prendere in mano il nostro destino attraverso un’unica formula: sì agli aiuti umanitari, no al terrore”. Dalla parte palestinese le notizie sono per lo più contraddittorie. Hamas ha fatto sapere che senza una rimozione del blocco su Gaza non solo non firmerà nulla ma ha minacciato di riprendere le ostilità. D’altra parte Musa Abu Marzouk, leader politico di Hamas, sembra abbia dichiarato alla rete Al Jazeera che il movimento terroristico è aperto a delle concessioni sulle sue richieste.
(17 agosto 2014)