Qui Roma – “Il nostro impegno per gli urtisti”
“La vicenda dei ricordari ha origini antiche. Risale infatti alla fine del 1800 quando, con un’autorizzazione pontificia, si concesse ad alcuni cittadini di religione ebraica di svolgere tale mestiere. È una professione che viene riconosciuta agli ebrei perché, a quei tempi, la Chiesa riteneva disdicevole per i cattolici vendere oggetti ai pellegrini in visita nella Capitale. Sembra strano immaginare i ricordari di oggi richiamare l’attenzione di pellegrini e turisti, eppure consisteva proprio in questo il loro lavoro di allora e fino agli anni Settanta del secolo scorso. Muniti di cassette colme di mercanzie, gli antichi ricordari urtavano i passanti, nei pressi dei monumenti, per far notare la propria presenza, o meglio: per vendere loro souvenir. Ecco come nasce il nome ‘urtisti’, proprio per il modo in cui lavoravano i primi ricordari”. La categoria degli urtisti è un pezzo di storia. Non solo della comunità ebraica romana, ma di tutta la città. Lo ricordava con queste parole Sara Pavoncello aprendo, alcuni anni fa, un dossier dedicato da Pagine Ebraiche agli “artigiani dei nostri ricordi”. Una categoria storica, eppure messa a rischio della nuove normative anti‐degrado che vedono Roma Capitale e Regione Lazio al fianco per eliminare i molti disagi legati all’abusivismo commerciale che imperversa nelle strade e nelle piazze del centro. Finalità nobile, anzi imprescindibile, che rischia però di danneggiare chi svolge regolarmente il proprio lavoro senza arrecare danno alla collettività. Ha origine da questo l’impegno della presidente del Consiglio del Municipio XII Alessia Salmoni e del presidente del Pd Roma Tommaso Giuntella. “La categoria degli urtisti conta ad oggi 63 unità professionali, di cui soltanto la metà realmente operative. Numeri limitati così come irrisori sono gli spazi occupati dagli stessi: pochi metri quadrati per singola postazione. Il lavoro che sto portando avanti con Giuntella, il cui intervento è stato determinante – spiega Salmoni – è finalizzato a diffondere questo messaggio: gli urtisti non concorrono al degrado, gli urtisti sono un tassello irrinunciabile di Roma”. Così, alla vigilia di nuovi provvedimenti, è costante il rapporto con chi avrà facoltà di decidere in materia. “È importante che sia chiaro un punto – sottolinea Salmoni – non è possibile prevedere altra destinazione rispetto a quella attuale. Un’attività come quella dei ricordari può infatti svolgersi soltanto nei pressi dei principali punti di attrazione turistica”. Sempre in tandem con Giuntella, Salmoni ha presentato un’ordinanza – accolta dal sindaco Marino – che ha permesso il venir meno di un provvedimento che minacciava il futuro di un’altra istituzione storica: le botticelle, anch’esse legate a doppio filo con i destini della Comunità ebraica. La precedente ordinanza, emanata dalla Giunta Alemanno, prevedeva infatti il blocco delle attività con una segnalazione di allerta 3 da parte della protezione civile. “Una disposizione assurda – sostiene Salmoni – che comportava un doppio danno: per i cavalli, che soffrono nello stare fermi troppo a lungo. E per i proprietari, che ne ricavavano un con‐ sistente danno economico”. Con la collaborazione del rappresentante di categoria Angelo Sed il duo Salmoni‐Giuntella è riuscito ad affrontare la questione direttamente con il primo cittadino che, dopo un incontro in Campidoglio, ha acconsentito all’annullamento dell’atto firmato dal suo predecessore (nella foto a sinistra i tre sono ritratti assieme alla responsabile per le politiche della Memoria di Roma Capitale Carla Di Veroli). In tutto questo forti sono state le pressioni dei movimenti animalisti per scon‐ giurare la decisione. Pressioni del tutto strumentali, chiosa Salmoni: “L’amore che questi cavalli ricevono dai loro proprietari non ha un termine di paragone se non in quello che si può provare per un figlio. Davvero commovente”.
da Italia Ebraica, agosto 2014
(19 agosto 2014)