#IsraeleDifendeLaPace

shalit gilad noam“Non abbiamo nulla da dire sull’uccisione di Al-Attar. L’unica cosa che speriamo è che la calma venga ripristinata nelle comunità del sud e che i soldati di Tsahal tornino a casa sani e salvi”. Il padre di Gilad Shalit, Noam non vuole commentare la morte di Raed Al-Attar, comandante di Hamas, responsabile del rapimento del figlio nel 2006. Cinque anni ci vollero per riabbracciare Gilad, cinque anni di prigionia e una trattativa lunga e faticosa per liberarlo dai terroristi di Hamas.
Durante la notte due dei responsabili di quel rapimento sono morti, Raed Al-Attar e Mohammed Abu Shamaleh, uccisi assieme a Muhamad Barhoum un raid israeliano a Rafah. Tre nomi di rilievo all’interno del movimento terroristico che controlla Gaza, tre duri colpi inferti a Hamas che giura vendetta. Al Sud di Israele intanto la calma auspicata da Shalit non arriva, nella mattinata decine i missili caduti nell’area. Le cronache di oggi, a 45 giorni dall’inizio dell’operazione Margine Protettivo, raccontano ancora di sirene e corse nei rifugi per i razzi sparati da Gaza e di vittime nella Striscia dopo la risposta dell’aviazione israeliana. 10mila riservisti sono stati richiamati nelle scorse ore. Il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva avvisato ieri, che l’operazione a Gaza “continuerà fino a che la calma non verrà ristabilita”.

(21 agosto 2014)