#IsraeleDifendeLaPace – I razzi di Hamas contro la tregua
Le voci di un possibile cessate il fuoco si scontrano con le urla delle sirene. La pioggia di missili sparati da Gaza continua a minacciare il Sud di Israele. Nelle ultime ore il sistema Iron Dome è entrato in funzione diverse volte, intercettando razzi su Sderot, Beersheva, Ashkelon. Secondo il canale televisivo israeliano Arutz 10, sarebbero oltre 80 i razzi lanciati da Hamas. La maggior parte, contro le comunità vicine alla Striscia di Gaza, dove le sirene sono risuonate in continuazione, a poca distanza l’una dall’altra. All’offensiva di Hamas, Tzahal ha risposto con diversi raid nella Striscia, colpendo nella note – secondo fonti militari – sedici obiettivi. E in questo quadro l’Egitto è tornato a mettere pressione alle parti, per raggiungere un cessate il fuoco temporaneo, a cui far seguire una tregua duratura. Lo stato delle trattative non è chiaro, con voci contraddittorie sulla prossimità di un accordo. In particolare Hamas ha negato un imminente cessate il fuoco, e a dimostrarlo la situazione al Sud di Israele.L’area più duramente colpita nel corso di questo conflitto, qui, nel Kibbutz di Nahal Oz venerdì un bimbo di 4 anni, Daniel Tragerman è stato ucciso da colpi di mortaio provenienti da Gaza. All’indomani dei funerali della piccola vittima, la madre di Daniel, Gila, ha deciso di parlare, dichiarando alla radio dell’esercito che “non c’è nessuna possibilità di un nostro ritorno a Nahal Oz”. “Non per la calma, ma per le memorie”, ha sottolineato Gila, spiegando la propria decisione di non tornare in quella che era la loro casa. Nel corso dell’operazione Margine Protettivo Gila e il marito hanno cercato di mantenere in casa con i propri figli, per quanto possibile, una vita famigliare normale. Poi il pericolo li ha costretti a lasciare Nahal Oz, kibbutz a poche centinaia di metri dal confine con Gaza. In quest’area, i terroristi di Hamas erano riusciti ad infiltrarsi grazie a un tunnel sotterraneo e uccidere in un’imboscata cinque soldati israeliani. A due settimane da quei fatti, la calma sembrava ripristinata. Una tregua effimera, perché la violenza di Hamas si era fatta nuovamente sentire, violando per l’ennesima volta un cessate il fuoco. Fino al tragico epilogo per la famiglia Tragerman, con l’uccisione venerdì del figlio Daniel.
d.r.
(25 agosto 2014)