#IsraeleDifendeLaPace – Curare i compagni al fronte

IDF Medical Officer Shahar DaysiDue colpi, una alla mano e uno al petto. Il secondo potenzialmente fatale. A sparare, un cecchino di Hamas, nascosto in qualche anfratto di Gaza mentre attorno infuriava la battaglia. La vittima, Oz Ronen, faceva parte dell’unità di fanteria Golani, la più coinvolta negli scontri con i miliziani del movimento terroristico della Striscia di Gaza. A salvargli la vita, il tempestivo intervento dell’ufficiale medico Shahar Daysi. “Grazie alle cure di Shahar, la vita di Oz è salva”, ha dichiarato un famigliare del soldato ferito. Dopo aver servito a Gaza e contribuito a salvare la vita dei suoi compagni, il luogotenente Daysi è tornato a nord, sulle alture del Golan. Mercoledì due colpi l’hanno raggiunto, alla mano e al petto. Questa volta non era un cecchino di Hamas, ma proiettili vaganti partiti per errore dalla Siria contro il territorio israeliano. Di là dal confine infuria un’altra guerra, tra i ribelli e il regime di Assad. Israele per ora non è coinvolta ma i proiettili non lo sanno, e hanno comunque ferito Daysi. Questa volta è stato lui ad avere bisogno di cure e i suoi compagni dell’unità medica gli hanno prestato i primi soccorsi sul campo, come riporta il quotidiano israeliano Yediot Ahronot. Poi è stato trasportato a Haifa, al Rambam Medical Center dove è stato operato d’urgenza. “Per definizione, so che il suo lavoro è estremamente pericoloso e come madre sono molto preoccupata per lui”, spiegava Yardena, rimasta con la moglie del figlio fuori dalla sala operatoria, in attesa di buone notizie. “Mio figlio e i suoi amici sono tornati da Gaza solo una settimana fa, e poi sono andati al Nord. Nel corso della guerra, Shahar ha perso due cari amici”.
Tzafrir Bar-Or e Tzvika Kaplan gli amici caduti a Gaza nel corso di una delle battaglie più violente, quella di Shejaya, considerato il quartier generale di Hamas. Il 20 luglio il battaglione di ricognizione dei Golani ispeziona un edificio, un uomo di Hamas li individua e apre il fuoco, sparando contro di loro alcuni missili anticarro. Il vicecomandante Bar-Or e il capitano Kaplan restano uccisi dal fuoco nemico. Il primo aveva lasciato a casa una bimba di 13 mesi e una moglie incinta di 8, il secondo, la consorte e due bimbi, di 5 e 3 anni. Anche Shahar, che a Shejaya era incaricato di guidare le attività dell’unità di recupero ed evacuazione dei feriti, ha due bambini. L’operazione al Rambam è andata bene e Shahar è sotto osservazione ma fuori pericolo.

d.r

(28 agosto 2014)