Francia – Rav Bloch, eroe della Grande Guerra

rav blochEsattamente cento anni fa, mentre la Prima guerra mondiale infuriava, un soldato vagava in cerca di una croce. Il soldato, un cappellano militare, era così lontano dalla vita che gli apparteneva fino a qualche mese prima; mai e poi mai avrebbe creduto che si sarebbe trovato a bussare alle porte chiedendo un crocifisso. Era Abraham Bloch, rabbino a Remiremont poi capo-rabbino in Algeria ed a Lione e si era arruolato per difendere la libertà di Francia. Cercava una croce per esaudire l’estremo desiderio di un compagno che, ferito mortalmente, gli aveva chiesto aiuto. Senza remora ed incurante del pericolo, Bloch si mise a vagare tra i villaggi per tentare di realizzare l’ultima volontà dell’uomo. Proprio mentre tornava vittorioso, un colpo mortale lo colpì e lo fece accasciare a terra. Così un secolo fa, il rabbino Bloch moriva per permettere al proprio compagno in battaglia di pregare per la propria salvezza. La storia del rav è da anni parte integrante dei miti del paese e una stele commemorativa a Saint-Dié-des-Vosges celebra il suo coraggio: “Qui, il 29 agosto 1914, il capo-rabbino Abraham Bloch, cappellano militare francese, è stato ucciso dopo aver portato la croce ad un soldato cattolico morente”. L’azione di un eroe nazionale che lasciò la propria casa e la sinagoga per proteggere la Francia. Francia che anni dopo questo episodio diventa sempre più pericolosa per gli ebrei che vi abitano, dopo gli ultimi tafferugli scoppiati e i preoccupanti episodi di antisemitismo. Un numero record di cittadini ha lasciato in questi mesi il paese per trasferirsi in Israele, confessando di non sentirsi al sicuro. Il rabbino capo d’Oltralpe, Haïm Korsia ricorda Bloch, amante della propria nazione, su Le Figaro e scrive: “Una targa in suo onore è appesa al séminaire israélite de France, il collegio rabbinico. I futuri rabbini devono sapere che dovranno essere a servizio di tutta la comunità”. Conclude poi: “Un secolo dopo questo nobile gesto, abbiamo più che mai bisogno di un messaggio d’amore verso il prossimo ed il rispetto per quelle le fedi che non ci appartengono, ma che sono rivolte tutte a D-o. Un monito indirizzato alla vocazione francese ad essere un crogiolo di culture e il sogno di una Francia unità nella diversità”.

Rachel Silvera

(29 agosto 2014)