Museo della Shoah di Roma
c’è l’accordo sull’Eur
Sarà l’edificio di piazzale Marconi, all’Eur, a ospitare il Museo della Shoah di Roma. La decisione, riporta Gabriele Isman su Repubblica, è arrivata ieri nel corso di una riunione “a cui hanno partecipato gli assessori comunali Paolo Masini ( Politiche per le Periferie) e Giovanna Marinelli (Cultura), il presidente e il direttore della Fondazione (del Museo della Shoah di Roma) Leone Paserman e Marcello Pezzetti e il numero uno della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici”. In poche settimane, scrive Isman, dovrebbero essere a disposizione del Museo 4500 metri quadrati di spazio espositivo e la prima mostra sarà sulla liberazione dei campi di concentramento tra il 1944 e il 1945. Il Museo sarà dunque pronto – accogliendo l’appello di Piero Terracina, sopravvissuto alla Shoah – entro il prossimo 27 gennaio, 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz. Sull’Huffigton Post, il senatore Luigi Manconi pubblica una lettera diretta al sindaco della Capitale Ignazio Marino minacciando di denunciarlo per danno erariale se il museo non sarà realizzato a villa Torlonia, come da progetto originario.
Prorogata fino a dicembre la commissione incaricata di far luce sulla vita di Giovanni Palatucci. Avvenire riprende la notizia pubblicata ieri dal Portale dell’ebraismo italiano moked.it riguardo al rinvio, al prossimo 17 dicembre, della conclusione dei lavori della commissione, formata lo scorso anno su mandato dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per fare luce sull’opera di soccorso agli ebrei e coordinata da Michele Sarfatti. L’obiettivo, fare chiarezza sulle vicende legate all’ ex questore di Fiume morto a Dachau nel 1945 e insignito del titolo di Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem.
Su Repubblica un lungo articolo sul nuovo corso di Livorno, città in forte difficoltà che ha deciso di affidarsi a un sindaco Cinque Stelle, Filippo Nogarin. Tra le impressioni raccolte, quelle di Samuele Zarrugh, “per tredici anni presidente della Comunità ebraica di Livorno”, a cui il Pd livornese aveva chiesto di candidarsi a sindaco per poi cambiare idea, scrive Repubblica. Su Livorno, l’ex presidente della Comunità ebraica locale “ricorda come anche la compagnia navale israeliana Zig abbia lasciato Livorno e ‘questa è una città di mare, lo sviluppo può venire solo dal mare’” e che “l’ignoranza è la vera piaga di questo tempo, anche a Livorno”.
Il giornalista Steven Sotloff aveva doppio passaporto, americano e israeliano. Ma la sua cittadinanza israeliana e la sua identità ebraica erano state tenute nascoste nel corso della lunga prigionia per cercare di proteggerlo. Ieri, dopo il tragico epilogo con il brutale assassinio di Sotloff da parte dell’Isis, il via libera del ministero degli Esteri israeliano di pubblicare la notizia. “I suoi nonni erano sopravvissuti alla Shoah – ricorda Avvenire – ed erano emigrati negli Stati Uniti sperando di mettere le loro famiglie al riparo dalla persecuzione religiosa”. Sotloff, giornalista con la passione per il Medio Oriente, quando lavorava nei Paesi arabi teneva nascosta la sua identità. “A chi gli chiedeva l’origine del cognome, Sotloff – che parlava anche l’arabo e si era fatto crescere una lunga barba – replicava di essere cresciuto in una famiglia musulmana non praticante, di origine cecena. Quando digiunava per lo Yom Kippur, fingeva di essere troppo malato per mangiare, scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth” (Corriere).
Iván Fischer, fondatore e direttore dal 1983 della Budapest Festival Orchestra, inaugurerà questa sera e domani (a Torino prima, a Milano poi) la rassegna musicale MiTo, e lo farà con una dedica speciale a Claudio Abbado, il grande direttore d’orchestra italiano scomparso recentemente. “Fischer – scrive Repubblica che intervista il direttore ungherese – è cresciuto in una famiglia di musicisti eintellettuali ebrei. Non a caso un anno fa la sua opera battezzata proprio nella natale Budapest, The Red Heifer ( La giovenca rossa ), fu vista come denuncia contro l’intolleranza verso le minoranze e il ritorno in Ungheria dell’ antisemitismo”.
Mentre Israele stipula un importante accordo per la fornitura di gas alla Giordania (Repubblica), nella Striscia di Gaza il movimento terroristico sembra confermare il suo potere: secondo un recente sondaggio l in caso di elezioni il leader di Hamas Ismil Haniya prenderebbe 61% dei voti, contro il 32% dell’attuale presidente Anp” (Libero).
“Eichmann era un cinico nazista, non ‘la banalità del Male’”. Sul Messaggero, lo storico Marco Avagliano parla del nuovo libro della filosofa tedesca Bettina Stangneth (Eichmann prima di Gerusalemme. La vita non verificata di un assassino di massa, il titolo del lavoro), in cui viene ribaltata la tesi di Hannah Arendt secondo cui il burocrate nazista Eichmann, processato in Israele, fosse “un ‘esangue burocrate’ che si limitava ad eseguire gli ordini e ad obbedire alle leggi”.
Sul Corriere della Sera, Pierluigi Battista attacca “i dilettanti nostrani della politica Estera” e chiede il perché dei silenzi “su Gaza e sui razzi di Hamas” e poi si domanda “che diciamo, sui proclami che invocano l’eliminazione degli ebrei dalla scena, abbiamo niente da dichiarare?”.
Sull’Osservatore Romano, un affresco della figura di Luigi Luzzatti, primo presidente del Consiglio italiano di origine ebraica (biennio 1910-1911). “Il liberale ebreo vicino ai cattolici”, il titolo del pezzo di Eugenio Capozzi.
Daniel Reichel
(4 settembre 2014)