Qui Mantova – Festivaletteratura
Scrivere, leggere, raccontare

Robert Silvers at the New York Review of BooksLa passione per i libri e per la lettura può essere declinata in tanti modi, e anche se a un primo sguardo superficiale potrebbe sembrare un controsenso, la scelta dei primi due documentari della rassegna “Pagine nascoste” che ogni anno al Festivaletteratura parla di letteratura, libri e scrittori non potrebbe essere più azzeccata. Mentre le strade e le piazze di Mantova si riempiono, gente, autori, pubblico e volontari di Festivaletteratura si mescolano nel flusso costante di persone che si spostano da un evento all’altro e Pagine Ebraiche fa capolino dalle borse con il logo del festival, nei cestini delle onnipresenti biciclette – in assoluto il modo migliore per spostarsi e non perdere nulla – e le sue pagine vengono sfogliate in attesa dell’inizio degli incontri. E al cinema, prima della proiezione dei documentari che compongono una rassegna ogni anno sorprendente, emozionante, e capace di coinvolgere un pubblico numeroso.
Il documentario “The New York Review of Books: the 50 Years Argument”, che Martin Scorsese e David Tedeschi hanno dedicato ai primi cinquant’anni della New York Review of Books, racconta la storia della più importante rivista culturale americana dalla sua nascita – avvenuta durante lo sciopero dei giornali del 1963 – fino ai giorni nostri. Travolti dal fiume di parole, un’ora e mezza di spezzoni, interviste, discorsi… e polemiche. La New York Review of Books è guidata sin dall’inizio con energia e passione indomabili da uno dei suoi fondatori, l’ottantacinquenne Robert Silvers, che ha recentemente dichiarato di “non avere un senso del tempo completamente sviluppato”. Sempre al centro della storia letteraria, politica e culturale, seguendo il principio secondo il quale la discussione sui libri importanti è indispensabile all’attività letteraria, la New York Review ha fra i suoi collaboratori le più grandi firme della cultura mondiale, dalla co-fondatrice Barbara Epstein a Mary McCarthy, da Susan Sontag a Gore Vidal e Norman Mailer. Compaiono James Baldwin, Irving Berlin e Vaclav Havel insieme a Avishai Margalit, Oliver Sacks e Noam Chomsky, e molti altri. Ma non di sola letteratura si tratta: non c’è argomento che sfugga all’istinto di Silvers e allora scorrono sullo schermo Michel Greenberg con i suoi reportage da Occupy Wall Street e la giornalista Yasmine El Rashidi, che raccontando dei suoi reportage sulle violenze avvenute al Cairo nel 2011 affronta temi di etica dell’informazione.
E sempre sulla scrittura un altro documentario proiettato nel primo giorno del Festivaletteratura è capace di colpire ed emozionare: “The Typewriter (in the 21st Century)” di Christopher Lockett celebra le macchine da scrivere e racconta come stiano conquistando una nuova generazione di utenti. Sono le voci di collezionisti e riparatori, ma anche di scrittori che le usano da una vita, e di giovani che scoprono un mondo diverso da quello digitale e iperconnesso. E ricordare lo strumento su cui sono nati tutti i grandi romanzi del ventesimo secolo non è un futile esercizio di memoria, ma un omaggio alla protagonista di una scena sorprendentemente vitale. Dove viene dato spazio al tempo, al pensiero, e alla regina di questi giorni a Mantova, la scrittura.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(4 settembre 2014)