…Grossman
Sono cinquant’anni questa settimana, il 14 settembre, dalla morte di Vassilji Grossman, uno dei maggiori scrittori del Novecento. Pochi sembrano essersene accorti, solo La Stampa di ieri con un bel pezzo di Gianni Riotta in cui il suo libro, Vita e destino, è definito “Il libro venuto dal futuro”. E ci sarà un grande convegno a Mosca, ammesso che Putin, l’erede diretto dei persecutori di Grossman, non lo vieti.
Ho avuto la fortuna di imbattermi presto in questo grande libro, me ne parlò mia madre, imprestandomi anche il libro, allora pubblicato solo in una edizione francese ridotta. Poi venne, in Italia, l’edizione Adelphi, mentre recentemente gli archivi del KGB hanno restituito la copia originale, confiscata nel 1961. Grossman era nato nel 1905 in una famiglia ebraica di Berdichev. Chimico come Primo Levi, fu corrispondente di guerra con l’Armata Rossa, e lasciò la prima, straordinaria, testimonianza su Treblinka. Vita e destino, un libro sul lager e sul gulag, incorse in una scomunica durissima da parte della censura sovietica. Fu portato in Occidente clandestinamente, microfilmato da Andreji Sakharov. Suslov disse a Grossman che il libro non sarebbe stato pubblicato nemmeno dopo trecento anni. La ruota della storia ha macinato più velocemente, anche se oggi tremiamo per la volontà di Putin di riprendersi Kiev, di ricostituire l’impero. Leggete Vita e destino, vi prego, portatelo nelle scuole, ai ragazzi, parlatene. Che diventi ciò che è diventato Se questo è un uomo, che aiuti a capire, al di là delle generalizzazioni, al di là delle banalità.
Anna Foa, storica
(8 settembre 2014)