“L’Italia nel mirino dell’Isis”
“Siamo pronti, ora la Comunità ebraica decida”. È il messaggio che il Corriere Roma (Alessandro Capponi) attribuisce al sindaco Ignazio Marino a proposito delle scelte che si andranno ad adottare sul futuro del Museo della Shoah. Afferma Marino: “L’ho detto anche abbastanza sottovoce: c’è un progetto, io personalmente rimango fermo a ciò che conosco, ovvero il progetto (di Villa Torlonia, ndr) discusso dall’assemblea dei soci fondatori. Se la Comunità ebraica, come mi sembra di leggere dai giornali, ha delle proposte diverse, la sede è sempre l’assemblea dei soci e io sono a disposizione”. Dice ancora il primo cittadino: “Io purtroppo sono fatto così, lavoro sui documenti esistenti non sulle voci. Se esiste una diversità di vedute che ha una sostanza razionale è evidente che se ne debba discutere. Al momento non ho documentazioni o indicazioni ufficiali se non voci che alcuni all’interno della comunità ebraica hanno pensieri diversi”. Domani sera il Consiglio della Comunità si rinunirà per affrontare il tema.
Vigilanza massima, anche l’Italia e Roma nel mirino dell’Isis. Lo scrive il ministro dell’Interno Angelino Alfano in una informativa alla Camera sul terrorismo di matrice religiosa: “Resta alta la guardia – si legge – verso i centri di aggregazione religiosa: 514 associazioni e 396 luoghi di culto, tra cui le quattro moschee di Roma, Milano, Colle Val D’Elsa e Ravenna”. A Trieste, intanto, sono scattati controlli su petroliere e cargo in arrivo al porto (Alberto Custodero, Repubblica).
“Non possiamo far finta di niente sul tema gravissimo degli attacchi ai cristiani che in molte parti del mondo sta diventando drammatico”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Federica Mogherini nel corso di un’audizione in Parlamento. Tra le notizie di cronaca più sanguinose l’uccisione delle tre missionarie in Burundi. Un episodio che, a detta di uno dei sacerdoti della parrocchia dove è avvenuta la strage, sarebbe avvenuto “per motivi religiosi” (Riccardo Bruno, Corriere della Sera).
Preoccupa, sempre in orbita fondamentalismo, il fenomeno di quelle che vengono chiamate ‘jihadtruppen’: ronde islamiche che, nella città di Wuppertal, hanno cercato di vigilare sulla “purezza” di determinati quartieri. “Non tollereremo la Sharia sul suolo tedesco”, ha annunciato il ministro degli Interni tedesco (Daniel Mosseri, Libero).
In vista della Giornata Europea della Cultura Ebraica in programma domenica 14 settembre Anna Foa si sofferma, su Avvenire, sul filo conduttore della manifestazione: il ruolo della donna nell’ebraismo. Scrive la storica: “Sono storie diverse nel tempo e nello spazio quelle delle donne ebree: tenute lontane dalla sfera religiosa pubblica e che, ancora oggi, almeno nell’ebraismo ortodosso, non hanno accesso al rabbinato; centrali nella vita familiare, dove sono al cuore di una religiosità fatta di riti e tradizioni domestiche; in grado nel passato di leggere e scrivere più forse di quanto non lo fossero le donne cristiane; munite talvolta di ampi spazi di autonomia lavorativa ed economica; mai sottoposte all’obbligo di coprirsi il volto, come le donne musulmane”.
Sulla prima pagina del dorso milanese del Corriere Sergio Harari presenta invece la seconda edizione del festival Jewish and the City, dedicata quest’anno alla festività di Pesach e e al tema della libertà. “Pesach – riflette Harari – è forse la festività più importante e sentita, più carica di tradizione della religiosità israelitica. Pesach è il racconto della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, quell’Esodo di ieri, oggi, domani che, come ha scritto Rav Roberto della Rocca, direttore scientifico di ‘Jewish and the City’, rappresenta la base di riferimento sulla quale il popolo ebraico e il singolo uomo misurano continuamente la loro identità”.
Significativa, su Repubblica, l’intervista di Antonio Monda allo scrittore inglese Martin Amis. Tema del colloquio l’uscita del suo ultimo libro, The zone of interest, che il Sunday Times ha definito “eccezionalmente coraggioso”. Il libro, che uscirà in Italia nell’autunno del 2015 per Einaudi, “sconcerta per l’ambientazione, il punto di vista e il tema: una riflessione sul desiderio amoroso all’interno di un campo di concentramento”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(10 settembre 2014)