Qui Milano – Jewish and the city
La cultura della libertà

jewish and the cityQuattro serate e tre giorni pieni, una città e dieci luoghi, il tema “Pesach e il lungo cammino verso la libertà” e i tre filoni di approfondimento, la narrazione, lo straniero e la libertà appunto. Tutto pronto a Milano per la seconda edizione del festival internazionale di cultura ebraica Jewish and the City, che prenderà il via la sera di sabato 13 settembre e terminerà martedì 16. Una manifestazione che, come nel 2013, si dipanerà nei punti di riferimento della vita ebraica ma anche della cultura milanese, dalla sinagoga di via Guastalla al Teatro Franco Parenti, dalla Fondazione Corriere della Sera, alla Scuola ebraica, passando per la Biblioteca Sormani, la Rotonda di Via Besana, le Gallerie d’Italia, l’Università degli Studi di Milano, la Società Umanitaria, Palazzo Reale. L’obiettivo, quello di ripetere e magari superare l’esperienza dello scorso anno, quando 15mila milanesi hanno preso parte agli eventi organizzati dal festival. Ma a rappresentare il cuore della formula di Jewish and the City sono soprattutto i contenuti. Ancora una volta infatti, il programma si propone di offrire occasioni di approfondimento con grandi ospiti capaci di declinare i tanti spunti di riflessione a partire da identità molto diverse, con innumerevoli possibilità di incontro e confronto.
Una su tutti, l’iniziativa dedicata a “I comandamenti della libertà” quando dieci relatori si troveranno coinvolti in una maratona oratoria dai tempi serrati (15 minuti ciascuno) e la grande ambizione di raccontare i dettami che nella Torah segnano il percorso per il cammino della libertà: tra loro rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e rav Alberto Somekh, monsignor Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale, e Piergaetano Marchetti della Fondazione Corriere della Sera, e poi il giornalista Lorenzo Cremonesi. E ancora, a riflettere sul tema dello straniero, gli interventi di uno dei più grandi Maestri dell’ebraismo contemporaneo, rav Adin Steinzsaltz e l’antropologo Francesco Remotti, ordinario all’Università di Torino, che prenderanno spunto dalla peregrinazione del popolo ebraico nel deserto. Una storia, quella dell’uscita dall’Egitto, che va trasmessa, secondo quanto prescrive la tradizione ebraica, di generazione in generazione. E così il concetto di narrazione sarà al centro delle lezioni della filosofa Catherine Chalier e di Georges Bensoussan, uno dei massimi esperti di storia ebraica contemporanea e di storia della Shoah a livello mondiale. Il festival, organizzato dalla Comunità ebraica in collaborazione con il Comune di Milano e con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Rai, abbraccia ed espande l’appuntamento con la Giornata europea della Cultura ebraica del 14 settembre, dedicata quest’anno a “Donna sapiens – La figura femminile nell’ebraismo”. Così in “Condotte e condottiere, libere di essere donne” si confronteranno Lizzie Doron, scrittrice israeliana, e Wassyla Tamzali, avvocato e giornalista algerina, Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, e Aliza Lavie, deputata della Knesset, poi Costanza Esclapon, direttore della Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai. Da segnalare ancora una volta il supporto delle istituzioni cittadine, con l’apprezzamento espresso dal sindaco Giuliano Pisapia e dall’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Senza dimenticare come nella primavera 2015 il capoluogo lombardo sarà sotto gli occhi del mondo grazie all’Esposizione universale, un’Esposizione universale in cui la cultura giocherà un ruolo da grande protagonista. E Jewish and the City potrà rappresentare un momento importante per raccontare una cultura, quella ebraica, che tanto ha rappresentato nella storia del paese.

Rossella Tercatin, Italia Ebraica, settembre 2014

(10 settembre 2014)