Meis, porte aperte alla città

Ogni anno la Giornata Europea della Cultura Ebraica incorona una città e la rende capofila di una catena di eventi. In questa 15esima edizione, la prescelta è una ‘signora’ la cui storia magnificente la precede: Ferrara. Dalle opulenti vite della famiglia d’Este agli indimenticabili versi di Ariosto: una città rinascimentale ragionata e pianificata che si apre a sprazzi di verde. La storia ebraica ferrarese risuona i propri fasti tra le vie e le mura, il vagheggiato amore per Micòl, inseguita durante le partite di tennis ne Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, sospira ancora. Il 14 settembre, Ferrara indosserà il vestito buono per celebrare l’ebraismo italiano. Perché è la città stessa che sente scorrere nelle proprie vene, legge nel proprio dna la presenza ebraica che da secoli la popola. E per la prima e ultima volta, proprio in questa domenica, offrirà un’occasione da cogliere: il Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah, di cui attualmente sono visitabili tre sale durante le mostre temporanee, aprirà le porte del cantiere della parte antistante, sul retro. I visitatori avranno quindi la possibilità di vedere lo spazio prima che venga incluso e diventi parte integrante del museo. Dentro il cantiere in via Rampari di San Paolo, le visite, organizzate dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna in collaborazione con la Fondazione MEIS illustreranno il progetto (dalle 11.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30, con tour di circa mezz’ora), dando un’immagine vivida delle trasformazioni che subirà per re-inventarsi. I ferraresi e non solo potranno esplorare un luogo del quale da sempre sapevano l’esistenza ma che mai avevano potuto percorrere. L’obiettivo, quello di entrare a vedere i lavori in corso, il “Meis at work” e poterne uscire con l’idea di un museo. Il tutto, tramite l’ausilio di pannelli descrittivi, un plastico tridimensionale e una video-installazione della futura area espositiva, la biblioteca e le strutture per la didattica. In attesa di poter aprire tutte le sue porte, il Meis mantiene la sua missione: quella di essere un museo italiano che racconta la minoranza ebraica come italiana e non il contrario. Da anni si propone di essere un museo di contenuto non solo un contenitore. Questo, quindi uno dei motivi che ha portato la stessa Fondazione a sostenere con l’Aisg (Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo) l’appuntamento del 15 settembre. Il giorno dopo la Giornata della Cultura infatti, la Ferrara ebraica rimarrà protagonista proseguendo il Convegno Internazionale dal titolo “Isacco Lampronti. Medico, codificatore, enciclopedista ferrarese” (Aula Magna del Dipartimento di Economia e Managment – Università di Ferrara): dopo i saluti del rabbino capo Luciano Meir Caro, il presidente del Meis Riccardo Calimani, il presidente dell’Aisg Mauro Perani, interverranno rav Gianfranco Di Segni, Gerard Nahon (École Pratique des Hautes Études, Paris) , Giuseppe Veltri (Università di Amburgo), rav Riccardo Di Segni, rav Amedeo Spagnoletto, Laura Graziani (Archivio di Stato di Ferrara) e Debra Glasberg Gail (Columbia University di New York). La parte conclusiva si terrà a Ravenna il giorno dopo.
Perché la cultura ebraica e la vita della Ferrara ebraica continuano.
(Nell’immagine il rendering della sala di consultazione che sorgerà all’interno del Meis)
Rachel Silvera