Qui Milano – Jewish and the city Pesach, il racconto infinito
“Vi aspettano molte sorprese”, aveva promesso Andrée Ruth Shammah nel corso della presentazione della seconda edizione di Jewish and the city, il Festival internazionale di cultura ebraica che sarà protagonista a Milano dal 13 al 16 settembre. E tra ventiquattrore quelle sorprese verrano svelate perché andrà in scena, nella suggestiva cornice della rotonda della Besana, “Seder: che cosa è cambiato?”: una narrazione originale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto, che ogni anno le famiglie ebraiche ricordano attorno a un tavolo, celebrando il Seder di Pesach appunto. Domani, di questa millenaria tradizione, il pubblico milanese potrà vedere una originale interpretazione grazie all’opera della regista Andrée Ruth Shammah, il cui evento aprirà ufficialmente la quattro giorni di Jewish and the city dedicata proprio a Pesach e al tema della libertà. “La performance alla Rotonda della Besana – spiega Miriam Camerini, che di “Seder: che cosa è?” cambiato ha curato la drammaturgia – si propone l’obiettivo di fornire un assaggio di tale multiforme e vitale avvenimento, della sua varietà e complessità, ma anche della serena semplicità del narrare, dello stare assieme, del ricordare vivendo”. Tempo, numeri e circolarità saranno i fili conduttori di domani, afferma Camerini che si sofferma sulla struttura che ospiterà lo spettacolo: “ La rotondità della Besana evoca al tempo stesso una tavola circolare e il quadrante di un orologio, poiché il Seder è un avvenimento scandito e causato dal tempo e misurato in numeri. Il nome stesso seder, “ordine” fa pensare a un meccanismo preciso e al suo svolgersi nel tempo. Il tempo è quello della durata della cena, con i suoi riti e le sue fasi, ma è anche quello – inarrestabile – delle generazioni che, anno dopo anno, compiono gli stessi gesti e dicono le stesse parole dotandoli di un significato nuovo ogni volta, in ogni generazione. Il cerchio torna eternamente su se stesso, ma si rinnova nel tempo all’infinito”. A celebrare questo Seder particolare saranno commensali e ospiti d’onore raccolti attorno a 8 tavoli, insieme per ascoltare frammenti di narrazioni dell’Haggadah, il testo che racconta l’uscita dall’Egitto e dalla schiavitù del popolo ebraico. E ciascuna narrazione durerà 7 minuti l’una, “recitate o raccontate, cantate, mimate o sussurrate da attori e narratori che, compiendo l’intero giro dei tavoli, – spiega Camerini – ruoteranno sull’intero perimetro della rotonda come lancette di un ideale orologio. Anche la musica accompagnerà il rito, scandendo l’inizio, il centro e la fine della serata con tre canti che da sempre risuonano nelle notti di Pesach”.
Daniel Reichel
(12 settembre 2014)