Nugae – Pubblicità e progresso

fmatalonColleziona orologi veri fin dal suo bar mizvah, ma non c’è modo di convincere mio papà che quello nuovo della Apple, che tra le altre cose dicono segni anche l’ora, sia tutto meno che desiderabile. Pare sia il massimo della vita, e dunque se non lo vuoi non la capisci. Il mio capo dal canto suo impazziva quando qualche volta stampavo le famigerate tabelle excel per contare e riordinare invece di usare funzioni super automatizzate. Anche lì, a quanto pare non so proprio stare al mondo. È che sarà pure controtendenza, ma dopo un po’ tutti sti schermi luminescenti fan venire il mal di testa. Un conflitto che forse non ricade sotto la categoria dei problemi esistenziali – ma ci siamo quasi. Meno male che però qualcuno lo capisce: Ikea, quel mondo fantastico dove sedie di plastica sono ambite come troni di spade, aringhe svedesi sembrano elisir di lunga vita, e il reparto cianfrusaglie è il paese delle meraviglie. È recentemente uscito lo spot del nuovo catalogo, che annuncia dolcemente l’inizio del nuovo anno e a pensarci bene dovrebbe rientrare a buon diritto tra i simboli ufficiali, che quest’anno possa sempre essere semplice come montare una libreria. Il catalogo viene chiamato book-book, della serie non è un ebook, della serie non ha uno schermino luminescente, evviva. E viene presentato come un qualsiasi prodotto Apple, con tanto di musichetta d’ambiente, sguardo e tono ispirati di un signore dagli occhi chiari, e immagini chic e fluttuanti in tre dimensioni. Solo che è un catalogo-catalogo, di carta lucida e profumata, con pagine girabili su cui si può persino scrivere con le matitine gratuite. Ispirato dal nome sarcastico che i signori di Ikea hanno dato al loro innovativo prodotto, la linguista blogger Gretchen McCulloch ha anche scritto un buffo articolo piuttosto approfondito – e con tanto di riferimenti all’ebraico che a quanto pare se ne avvale massicciamente – per spiegare il significato della reduplicazione in linguistica, che è il motivo assurdo per cui una letterata in crisi d’identità si imbatte in un video di Youtube che intanto era già virale da una settimana. Stendiamo un velo pietoso. Però che sollievo, a questo punto posso dire che anch’io adoro la tecnologia. Beh, non proprio la tecnologia-tecnologia, ma è già un passo.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF

(14 settembre 2014)