Qui Milano – Jewish and the City Il Seder conquista la città
“Come a Pesach le porte rimangono aperte per accogliere Elia – afferma Miriam Camerini – così noi abbiamo aperto le porte di questo Seder molto particolare a tutta la città, a chi aveva fame di cultura e di conoscere le tradizioni ebraiche”. E a giudicare dalla presenza di pubblico alla performance “Pesach: che cosa è cambiato?”- regia di Andrée Ruth Shammah – sono molti i milanesi che desiderano approfondire la propria conoscenza della cultura ebraica. Nella suggestiva cornice della Rotonda di via Besana, centinaia di persone si sono sedute attorno a lunghi tavoli per ascoltare, dalla voce di attori e non solo, il racconto di Pesach, desiderose di capire il perché, di generazione in generazione, gli ebrei ricordano nella cena del Seder l’uscita dall’Egitto, la liberazione dalla schiavitù. “È stato un Seder caotico e divertente come avviene nelle case ebraiche” afferma Camerini, che dello spettacolo ha curato la drammaturgia. “Una serata magica come sarà tutto Jewish and the city”, ha dichiarato Daniele Cohen, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano. Perché la serata di ieri ha fatto da apripista ai quattro giorni del Festival di cultura ebraica, organizzato dalla Comunità ebraica locale in collaborazione con il Comune, che fino al 16 settembre sarà protagonista a Milano. Pesach e la libertà il tema centrale della rassegna, da qui l’idea di portare “in piazza” il Seder, “che per noi ha un significato profondo e prezioso”, affermava ieri la regista Shammah. E dopo ieri molti più milanesi sono consapevoli del perché. Con loro tutta la Milano ebraica, a cominciare dal presidente della comunità Walker Maghnagi e dal direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Della Rocca, e un pubblico straripante ed entusiasta di cittadini. Anche grazie a rav Pierpaolo Pinhas Punturello, che alla fine della rappresentazione – in cui si è spiegato il significato del “perché questa sera è diversa da tutte le altre”, con parole, musiche e canti – ha risposto alle domande del pubblico su Pesach e sull’ebraismo. Anche perché “il Seder non ha senso se non si parte dalle domande”,sottolinea il rav.
d.r.
(14 settembre 2014)