Qui Roma- Notte della Cabbalà in famiglia

roma notte cabbalàTorna anche quest’anno la Notte della Cabbalà; in un sabato sera che ha visto l’antico ghetto di Roma riempirsi di amanti della cultura ebraica, curiosi e giovanissimi pronti per nuove avventure. Una notte intera per aprire il tradizionale Festival di Letteratura e Cultura Ebraica, giunto alla sua settima edizione. Una notte tra arte (la mostra organizzata della Deputazione Ebraica di Assistenza e Servizio Sociale sulla famiglia e l’incontro alla Ermanno Tedeschi Gallery con Tobia Ravà per parlare di Cabbalà), musica, incontri e sapori. Mentre centinaia di visitatori affrontavano con coraggio le lunghe file per visitare il Museo Ebraico, la Sinagoga e per entrare nel Palazzo della Cultura, ristoranti e fast food mettevano in bella vista tavolini carichi di pietanze succulente tipiche della tradizione romana, dalla concia al carciofo alla giudia, per rendere l’attesa meno traumatica. Nel frattempo, da Largo 16 ottobre, il cantante e musicista israeliano Idan Raichel avvolgeva con le sue note l’intero ghetto, tra applausi estatici e grida d’entusiasmo. Poco distante, la figlia di Amos Oz, Fania, raccontava alla scrittrice e traduttrice Elena Loewenthal ‘tutto su suo padre’, inaugurando ufficialmente il festival che ha come tema la famiglia. “In ogni pogrom, in ogni persecuzione le donne ebree stringevano con una mano un bambino e con l’altra un libro” ha ricordato Fania che con suo padre ha scritto “Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica”. E quando le viene chiesto una soluzione “Contro il fanatismo” (altro celebre libro di Amos Oz), risponde senza remora: “Avete mai notato che i fanatici non hanno un minimo di ironia? Contro il fanatismo ci vuole l’umorismo!” Con questa frase, si congeda, lasciando il posto al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni che conversa con lo scrittore Antonio Monda, in un incontro dal titolo “Quale padre, quale madre?”, entrando nel vivo dei problemi etici e religiosi nei quali ci si imbatte quando si parla di famiglia. La lunga notte della Cabbalà si conclude con Yarona Pinhas che crea un ponte tra i due macro temi: famiglia e Cabbalà. Ma gli appuntamenti del festival sono appena iniziati; da mezzogiorno la chef Laura Ravaioli conversa di cucina ebraica con il giornalista Luca Zanini, alle 17 alla Casa dei Teatri verrà presentato il libro Critica del Teatro puro e alle 21 si tornerà al Palazzo della Cultura, dentro al quale Antonio Monda interrogherà lo scrittore Emanuele Trevi sulla letteratura ebraica americana (l’incontro con Elizabeth Strout è saltato per motivi di salute).
Ieri sera, attraversando il ponte, alla Casa della memoria e della storia, c’è stato un assaggio della quindicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che quest’anno è dedicata alla Donna Sapiens. Il convegno “Donne ebree a Roma” ha riunito un grandissimo pubblico che ha riempito la sala e che per mancanza di ulteriori posti si è accomodato all’ingresso. Un’ottima occasione per parlare di donne coraggio, donne che difendono gli uomini, donne poetesse e soprattutto ebree, fiere della propria identità femminile ed ebraica. A moderare l’incontro, a cura del Beth Hillel, Pupa Garribba che introduce la prima relatrice Michela Procaccia. La Procaccia si sofferma sull’affascinante personaggio di Debora Ascarelli, poetessa del ‘500, definita un’ape operosa, che traduce testi in volgare rispettando lo stile del suo tempo. Salto temporale con l’intervento Anna Foa che racconta i personaggi femminili del suo Portico d’Ottavia 13, il libro che ricostruisce la vita dei coinquilini di un palazzo durante le persecuzioni naziste e fasciste. Le storie di donne, raccolte dalla Foa, sono esempi di coraggio e di astuzia: “Quando vedevano arrivare il nemico, che avrebbe potuto arrestarle, un gruppo di abitanti del numero 13 di Portico d’Ottavia, bloccava la porta, poi sollevavano tutte insieme una lastra di marmo e si calavano giù”. A seguire due ritratti di grandi donne ebree: Lea Sestrieri e Tullia Zevi, i cui profili sono stati tratteggiati da Giacometta Limentani e Piera Di Segni. Conclusione di Adachiara Zevi che si concentra sulle vicende celate dietro i nomi incisi nelle pietre d’inciampo. La giornata tutta al femminile è in piena attività: in quasi tutti i luoghi della Roma ebraica sono previste visite guidate, convegni, letture e intrattenimenti a misura di bambino. Il baricentro d’eccezione quest’anno è l’Oratorio di Castro che spegne 100 candeline; per celebrarlo è prevista una cerimonia alle 16 e 45 e la presentazione, alle 18 e 30 del volume “L’Oratorio Di Castro, cento anni di ebraismo a Roma (1914-2014)”. Da segnalare infine, la mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica alla Galleria d’Arte Moderna che oggi sarà aperta al pubblico ad un prezzo ridotto. 

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(4 settembre 2014)