Qui Napoli – Jewish Youth European Summit
Voce ai giovani ebrei d’Europa

foto (1)“Essere un piccolo gruppo di giovani tutti attivi nelle unioni studentesche ebraiche di tutta Europa dà un valore aggiunto a questo seminario, un’opportunità per ciascuno di contribuire portando il suo prezioso punto di vista”. Così il presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia dà ufficialmente il benvenuto a Napoli ai partecipanti di J-YES – Jewish Youth European Summit, il seminario organizzato insieme alla European Union of Jewish Students con lo scopo di plasmare una voce giovanile ebraica sull’attuale sfida dell’antisemitismo. Arrivati da diverse città d’Italia e da Francia, Austria, Belgio, Gran Bretagna, Polonia e Norvegia, i giovani partecipanti sono stati calorosamente accolti ieri sera con una cena negli splendidi locali della comunità ebraica napoletana, che ospiteranno i lavori per tutto il fine settimana. La mattinata entra subito nel vivo della discussione: “La differenza tra il numero reale degli immigrati e quello che viene percepito dagli abitanti del paese è significativa: il numero percepito è notevolmente più alto e questo si spiega con il fatto che viene strumentalizzato”, spiega Jonathan Chaloff, della OECD International Migration Division nel suo intervento volto a fornire informazioni di base sull’immigrazione in Europa, rispondendo a una domanda chiave, chi sono gli immigrati e quali sono le loro reali condizioni, anche grazie agli interventi dei partecipanti che hanno offerto una panoramica sulla situazione nei rispettivi paesi. Una prospettiva ebraica sulla vita in una società multi culturale è stata invece al centro dell’intervento di rav Umberto Piperno, che ha portato al centro della discussione la paura, un sentimento che sembra prendere sempre più il sopravvento nella società attuale, analizzandone le radici. Per vincerla dobbiamo, secondo il rav, per prima cosa imparare a capirci l’uno con l’altro, andando oltre la semplice convivenza e oltre le relazioni solo superficiali, e a trovare i punti in comune. In secondo luogo dobbiamo avvalerci di quello che considera uno strumento divino messo nelle mani dell’uomo, ovvero la verità, fino a concludere che “se non c’è la verità non c’è la pace”. Il pomeriggio si annuncia intenso: previsti prima della kabalat shabbat un intervento di Ben Gidley, del Centre of Migration, Policy and Society dell’università di Oxford, riguardo i modelli di integrazione i Europa, e un momento tutto dedicato al confronto e al dibattito tra i leader delle unioni giovanili ebraiche europee presenti.

Francesca Matalon twitter @MatalonF

(19 settembre 2014)