Rosh Hashanah 5775 – Un anno di benedizioni

rabbino-capo-sermoneta1“Elo-henu she bashamaim ten shalom ba olam, ten shalom be eretz Israel – D-o nostro che sei nel cielo concedi la pace al mondo, concedi la pace alla terra di Israel.”
In questo periodo una buona parte del popolo ebraico, di notte, quando tutti gli altri dormono, recita le selichot – le preghiere notturne, nelle quali ci rivolgiamo al Signore per chiederGli perdono e che non faccia mancare nulla a tutti noi. Proprio quel popolo, additato da tutti per essere guerrafondaio, si rivolge all’Eterno, implorando la pace per tutte le genti. Così, nei prossimi giorni di Rosh Hashanà e Yom Kippur, faremo per ognuna delle lunghe e austere tefilloth che verranno recitate nelle sinagoghe affollate. Lo Stato di Israele è appena uscito da una guerra infame, contro un nemico che, non avendo il coraggio di mostrare la propria faccia, si nascondeva fra i civili inermi. È stata forse la peggiore delle guerre sostenute da Israele; non una nazione ha saputo darle il massimo appoggio, anzi ha saputo invece criticarne l’operato. Israele ha sempre dovuto difendersi da sola con alle sue spalle un solo alleato: “Innè lo janum velò ishan shomer israel – Ecco non dorme né sonnecchia il Custode di Israel.” L’augurio dopo questo periodo buio è quello che finalmente sulla terra di Israele possa tornare la sicurezza e la serenità fra i suoi abitanti e fra tutti gli ebrei del mondo. Che il nuovo anno possa finalmente portare “amore e fratellanza, pace e amicizia”. Tachel shanà u virkoteha – Inizi l’anno e le sue benedizioni!

Alberto Sermoneta, rabbino capo Comunità ebraica di Bologna

(24 settembre 2014)