Qui Nuova Gorizia – Babele e la funzione salvifica del teatro
La stagione dello Slovensko Narodno Gledališče di Nova Gorica (il Teatro stabile di Nuova Gorizia, Slovenia) si apre con prima assoluta di “Nora Gregor – Il continente nascosto della memoria”. Un’operazione culturale importantissima, nata dalle lunghe ricerche del Kinoatelje di Gorizia e che propone, attraverso la vicenda storica reale, un percorso che favorisca il superamento dei conflitti latenti ancora oggi, a distanza di cent’anni.
“Nessuno torna pulito dalla guerra” è una battuta essenziale di questo spettacolo in cui le vite di persone realmente esistite che appaiono nella narrazione scenica, si alternano a quelle dei personaggi di pura invenzione presenti nel film appositamente girato a Trieste. Entrambe le vicende si basano su fatti storici reali e ruotano intorno alla figura della protagonista, Nora Gregor, attrice di cinema e teatro nata nella Gorizia austroungarica, da padre originario di Zohsee in Boemia (oggi Sázava in Cechia) e madre carinziana che, in fuga dalla città con la famiglia probabilmente già nel 1915, dopo aver calcato le scene dei teatri di Klagenfurt, Graz, Vienna, Berlino e Salisburgo con il grande Max Reinhardt, debutta sul grande schermo recitando anche con registi del calibro di Carlo Theodor Dreyer e Jean Renoir, l’allora sceneggiatore Billy Wilder, per approdare a Hollywood. Amica di Alma Mahler e Hedy Lamarr, lavora con Robert Montgomery e Douglas Fairbanks jr., alternando cinema e teatro.
Ma la Storia la travolge. Nora cerca di sfuggirle in una fuga che la porta prima in Francia, poi in Portogallo, Argentina, Cile. Morirà a Santiago del Cile nel 1949, a 48 anni, forse suicida, forse a causa di un infarto, lasciando il figlio Heinrich, avuto dal marito principe Ernst Rüdiger von Starhemberg alle cure della segretaria, la contessa Ada Benigni che li aveva accompagnati lungo tutto l’esilio. Protetta nella fuga dall’ambiguo Fritz Mandl, si sente allo stesso tempo “al sicuro e in gabbia”, lontana dal marito, senza più la possibilità di recitare, sua unica ragione di vita, “bohémien dell’alta società”, annientata dagli eventi. Tutto questo si innesta nella vicenda attuale seguita attraverso le scene del film che interrompe di quando in quando quel che si svolge sulla scena: personaggi inventati che cercano e alla fine trovano, attraverso una lacerante ricerca, la possibilità di riconoscere le eredità anche malvage delle generazioni passate, consapevoli dell’inevitabile presenza di ciò in ognuno di noi e, attraverso l’accettazione di questa condizione umana, fare finalmente i conti per potersene finalmente liberare.
Ecco allora che il Teatro, regno incontrastato del linguaggio, ne diventa esempio reale, grazie a questa rappresentazione in tre lingue, in cui ogni attore recita nella propria e gli spettatori possono seguire lo svolgimento grazie ad efficaci sopratitoli che permettono di seguire senza fatica il passaggio dallo sloveno al tedesco all’italiano, senza che questo provochi il minimo disagio. Il dramma, realizzato grazie ad una coproduzione internazionale fra due teatri sloveni (lo Slovensko Narodno Gledališče di Nova Gorica, lo Slovensko Mladinsko Gledališče di Ljubljana), uno italiano (il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia di Trieste) e uno austriaco (lo Schauspielhaus di Graz), verrà replicato nel corso di questa stagione in ogni palcoscenico partecipante. A Trieste andrà in scena il 31 marzo 2015.
Paola Pini
(1 ottobre 2014)