Per un Islam contro il fanatismo
Un volto all’orrore dell’Isis. Spazio sui quotidiani italiani e internazionali all’ultimo video pubblicato dai miliziani del Califfato in cui un uomo di origine britannica invoca, a volto scoperto, l’insorgere dei musulmani contro l’Occidente. Proprio al mondo islamico fa appello il filosofo francese Bernard-Henry Lévy, che dalle pagine del Corriere della Sera, sottolinea la necessità che l’Islam moderato continui a far sentire la propria voce contro la barbarie dei jihadisti del Califfato. Contro chi afferma che “essere musulmani significa dare la caccia agli ebrei, ai cristiani, agli yazidi e agli sciiti”, afferma il filosofo, devono scendere in prima linea i “veri imam” che ribadiscano con forza e autorevolezza che “il Corano non è questo”. Che l’Islam è altro rispetto alla violenza che sui giornali di oggi (La Stampa e Repubblica) ha il volto dell’inglese Abu Saeed, protagonista dell’ultimo video degli uomini del Califfato, o come lo descrive Adriano Sofri su Repubblica, “Il macabro rapper della morte”.
In italiano l’autobiografia di rav Israel Meir Lau (rabbino capo ashkenazita d’Israele dal 1993 al 2003) Dalle Ceneri alla Storia (Gangemi editore). Sopravvissuto a soli 8 anni alla barbarie nazista, rav Lau aveva raccontato la sua storia in un libro che ora compare, come racconta Daria Gorodisky sul Corriere, anche in italiano. A firmare la prefazione, rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma.
“Demolita la leggenda nera su Pio XII”, titola Avvenire in riferimento alla controversa figura di papa Pacelli, cui pubblici silenzi durante la Seconda Guerra Mondiale e nel corso della persecuzione ebraica costituiscono per molti una ferita aperta. Su Pacelli si è svolta la scorsa settimana, all’Università degli studi Guglielmo Marconi di Roma, la conferenza “Pio XII e la Seconda guerra mondiale: eventi, ipotesi e novità dagli archivi”. E sulle voci dei protagonisti di questo incontro si sofferma Avvenire, tra cui quella della storica Anna Foa. “Prevale storiograficamente – ha affermato Foa, secondo quanto riporta il quotidiano – l’immagine di un’accoglienza voluta dal basso, dai parroci, e sconosciuta e ignorata dai palazzi pontifici. Queste tesi sono state demolite da Andrea Riccardi con la pubblicazione del documento di Pio XII che autorizzava i conventi ad accogliere gli ebrei”.
“È una delle leggende romane più consolidate. Vuole che il più sacro tra gli oggetti per gli ebrei, la Menorah, cioè il candelabro d’oro a sette braccia che era davanti al tempio di Gerusalemme, sarebbe in fondo al Tevere”. Così Fabio Isman racconta sulle pagine romane del Messaggero la leggenda che lega il Tevere alla Menorah portata da Tito a Roma più di duemila anni fa.
Negli anni ’30, alcuni aristocratici inglesi rimasero stregati da Hitler, dalla sua aberrante retorica antisemita e dall’ideologia nazista. A partire dalla recente scomparsa di Deborah Mitford, figlia di Lord Redesdale e della duchessa di Devonshire, Sergio Romano sul Corriere della Sera apre una riflessione sul passato oscuro di una parte dell’aristocrazia inglese, che si avvicinò inizialmente al nazismo per poi redimersi più avanti.
Mentre prende oggi il via in Vaticano il Sinodo straordinario sulla famiglia – come racconta Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera –, su Avvenire la notizia che ai primi di novembre una delegazione della Conferenza episcopale italiana si recherà a Gaza “su invito del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal”. “In questo modo esprimeremo la nostra vicinanza ai cristiani di Terra Santa”, ha dichiarato il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.
Intervistato da La Stampa, l’attore Massimo Popolizio parla delle sue prossime interpretazioni. Tra queste, l’attore parla della pièce teatrale, che andrà in scena al Piccolo di Milano, legata alla storia dei Lehman Brothers: “Tre ebrei ortodossi – afferma Popolizio – che a metà 800 lasciarono la Germania per gli Stati Uniti dove fondarono quella famosa banca che col suo crack ha dato inizio all’attuale crisi”.
Daniel Reichel
(5 ottobre 2014)