Preoccupazione per la sorte dei cristiani rapiti in Siria

rassegnaOrrore e preoccupazione per il rapimento di un parroco e di venti fedeli cristiani in Siria, vicino al confine con il Libano. I sequestratori apparterrebbero al Fronte Al Nusra, legato ad Al Qaeda, segnalato in avvicinamento all’esercito del Califfo che combatte tra Siria e Iraq. Come riporta Davide Frattini sul Corriere monsignor Georges Abu Khazen, responsabile delle comunità di rito latino nell’area del fiume Oronte, ha dichiarato all’agenzia Fides: “Non riusciamo a contattare nessuno e non siamo stati contattati da nessuno. Sappiamo solo che anche lunedì il convento è stato saccheggiato e altre persone del villaggio si sono nascoste”. Convocato da papa Bergoglio un concistoro sul Medio Oriente in cui saranno centrali le violenze subite oggi dai cristiani in molti paesi (L’Osservatore Romano). Sottolinea Franca Giansoldati sul Messaggero: “Persecuzioni, aggressioni, violenze sulle donne destinate a divenire schiave e per finire le decapitazioni. Il Medio Oriente è diventato un bollettino di guerra anche per il Vaticano dove non passa giorno che non arrivino notizie disgraziate sulla situazione delle comunità cristiane”.
Sul fronte della lotta all’Isis da segnalare l’accelerata che gli Stati Uniti starebbero dando in queste ore all’impegno sul territorio in considerazione dello scarso risultato conseguito con i raid aerei. Fronte caldissimo, rileva Maurizio Molinari sulla Stampa, la città di Kobane al confine tra Siria e Turchia.

“L’ordine del giorno del Consiglio della Comunità ebraica prevede: uscire dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e uscire dalla Fondazione Museo della Shoah. Se a ciò si aggiunge la lettera scritta dal presidente Riccardo Pacifici per annunciare l’intenzione di dimettersi dalla Fondazione del Museo della Shoah al sindaco Ignazio Marino, ecco che si capisce il momento della Comunità ebraica romana. Tutt’altro che semplice”.
 Così Alessandro Capponi sul Corriere della Sera Roma in un articolo in cui si parla dell’equilibrio (che viene definito “fragilissimo”) raggiunto durante l’ultimo cda della Fondazione in Campidoglio (sede provvisoria del Museo nella Casina dei Vallati, sede definitiva a Villa Torlonia), ma soprattutto in cui si anticipa la decisione di Pacifici di mettere all’ordine del giorno della prossima riunione consiliare l’uscita della Comunità romana dall’Unione. Una decisione che, se si prendessero per buoni gli elementi citati dal Corriere, sarebbe basata su motivazioni oscure e incoerenti. Scrive infatti Capponi: “È noto che la scelta definitiva del Museo a Villa Torlonia non piacesse a Pacifici e alla base della comunità, ma stavolta i motivi ufficiali paiono essere altrove: nel ‘patto tradito’ di non commentare la soluzione offerta dal Comune per il Museo, e dunque nella scelta di Renzo Gattegna, il presidente dell’UCEI, di elogiare la soluzione senza aspettare il Consiglio della Comunità. E però è evidente che i dissidi tra la comunità romana e l’Ucei, tra Pacifici e Gattegna, esistano già da un po’”. In un altro passaggio Capponi, che non cita le proprie fonti ed è evidentemente male informato, sembra invece dare credito alla tesi che vorrebbe la Comunità romana discriminata al momento della distribuzione delle risorse raccolte dall’UCEI con l’Otto per Mille (“Gli ebrei romani sono più o meno la metà di quelli italiani e la loro percentuale non viene rispettata nella ripartizione dei fondi”).
Conclude il giornalista: “Naturalmente il Museo della Shoah è patrimonio di tutti, della città intera, ma è innegabile che sarebbe politicamente curioso se dal cda della Fondazione uscisse – ammesso che, stavolta, le dimissioni di Pacifici e di Settimio Di Porto vengano confermate nel prossimo cda della Fondazione – proprio la Comunità ebraica. Autorevoli esponenti, della Comunità e della politica, lavorano perché ‘prevalga il buon senso’”.

“È morto un uomo per bene”, scrive La Stampa nel dare la notizia della scomparsa di Luciano Segre, 81 anni, maestro di relazioni con forti legami nel mondo politico e industriale. “Era orgogliosamente ebreo – si legge – e tanto fece che riuscì a far nominare ‘Giusto tra le Nazioni’ il sacerdote casalese che durante la guerra, lui bambino, lo salvò dalla deportazione travestendolo da chierichetto”.

Ha dato adito a forti polemiche la circolare emessa dal ministro dell’Interno Angelino Alfano in cui rivolge ai sindaci “un invito formale al ritiro e alla cancellazione delle trascrizioni di nozze gay celebrate all’estero”. Oltre all’intervento delle associazioni di rappresentanza del mondo omosessuale da segnalare l’opposizione di numerosi amministratori del territorio (tra gli altri Alessandra Arachi sul Corriere).

“La scuola prima agli italiani”. Questa scritta, accompagnata da una svastica, è apparsa ieri a Selva Candida su un muro vicino all’asilo Abacuc. Ferma condanna dell’assessore alle scuole di Roma Capitale Alessandra Cattoi (Leggo Roma).

Sei mesi di stop in sede europea per Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio italiana. La sentenza dell’Uefa arriva in seguito alle note dichiarazioni di questa estate su Opti Pobà e i calciatori “mangia banane” della Serie A. Il numero uno della Figc ha annunciato che non farà ricorso. “Italia, che lezioni!” titola la Gazzetta dello sport.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 ottobre 2014)