Informazione – International EditionModiano, una storia sospesa tra Italia e Francia
Una vita a Parigi, un rapporto complesso con la seconda guerra mondiale al punto da dichiarare di essere nato non due mesi, ma due anni dopo il termine del conflitto, e soprattutto il padre italiano e la sua storia di ebreo sfuggito alle deportazioni naziste. Il pubblico dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche incontra questa settimana lo scrittore Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014. Un riconoscimento che premia l’impegno dell’autore per la Memoria, e le sue riflessioni sui temi di storia, identità e sensi di colpa.
Preservare il passato, costruire il futuro è anche il senso dell’appello per raccogliere i fondi necessari per il restauro del cimitero ebraico di Finale Emilia, 57 apietre tombali, la più antica delle quali risalenti al 1585 rovinate dal tempo. Dopo l’impegno per garantire al paesino un futuro, con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che ha offerto il suo supporto per la ricostruzione della scuola di Finale dedicata alla maestra ebrea Elvira Castelfranchi, arriva il momento di salvare la testimonianza di una speciale storia ebraica-italiana. A denunciare la situazione è stata l’associazione culturale Alma Finalis. A spiegare in lingua inglese le sfumature dietro al concetto di “cimitero” ebraico in Italia è poi la rubrica Italics, la parola della settimana.
Una pasticcera a Londra. La storia di Giulia, nel Regno Unito alle dipendenze del grande chef israeliano di origine italiana Yotam Ottolenghi, è al centro della rubrica Out of the Boot dedicata ai giovani ebrei espatriati dallo Stivale. Un cammino, quello di Giulia fatto di studi in medicina e poi in psicologia a Roma e a Pisa, prima di realizzare e accettare che il proprio posto era in un laboratorio di pasticceria e volare a Londra “perché in Italia i lavori creativi non sono abbastanza rispettati e incoraggiati”. Eppure nella vivace e internazionale squadra che circonda Ottolenghi, la pasticcera ha una marcia in più: una zia con lo stesso cognome dello chef e una tradizione culinaria tramandata di generazione in generazione, fino ad arrivare al dolce di pere e mandorle ripieno di mirtilli che Giulia dichiara essere il suo preferito. Almeno al momento dell’intervista per Pagine Ebraiche International.
Sul significato della festa di Sukkot e delle capanne costruite per la ricorrenza riflette in portoghese il rabbino capo di Trieste Eliezer Di Martino per la sezione Bechol Lashon. Un’esperienza speciale è quella di Sukkot in Israele. Daniela Fubini nel suo Double Life spiega tutte le caratteristiche particolari della settimana di celebrazioni, gli etrogim (cedri) conservati con cura, e le cene sotto i tetti di frasche attraverso cui si vedono le stelle.
Sceglie una citazione di Jaron Lanier, informatico, artista e analista della società contemporanea che ha ricevuto il Friedenpreis des Deutsches Buchhandels, prestigioso riconoscimento del mondo dell’editoria tedesca, Guido Vitale, nella suo editoriale settimanale It Happened Tomorrow.
“Il percorso che vediamo oggi non è l’unico percorso possibile, e non è inevitabile”.
Rossella Tercatin
(13 ottobre 2014)