Un premio per la libertà individuale
“A tutti quelli che mia figlia, crescendo, conoscerà. Spero che sarà in grado di inventare il proprio posto in un mondo in cui è normale trovare successo e realizzazione”, questa la dedica e la speranza con la quale Jaron Lanier introduce il suo ultimo libro La dignità ai tempi di Internet (ed. il Saggiatore). Un combattente in contrasto con la demenza digitale, Lanier, che ieri alla prestigiosa Fiera del Libro di Francoforte ha ricevuto il Premio per la Pace, in passato consegnato a scrittori e attivisti come Claudio Magris, David Grossman e Susan Sontag e Orhan Pamuk. Un riconoscimento attribuito a chi si spende per il progresso e l’umanità. Ieri ad investire nella sala circolare della Paulskirche Jaron Lanier è stato un personaggio d’eccezione: il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz cha ha dichiarato: “Il fatto che sia stato destinato proprio a lui è un buon segno”. Nel discorso fatto durante la premiazione Lanier ha invocato la nascita di un nuovo umanesimo:”Il nuovo umanesimo consiste nel credere nell’uomo, come prima, e in particolar modo rifiutare l’intelligenza artificiale. Questo non significa rinunciare agli algoritmi o ai meccanismi; essi devono essere utilizzati come strumenti. Bisogna quindi capire in che modo relazionarsi con essi e in che modo gli esseri umani debbano percepire la realtà”. Jaron Zepel Lanier è un personaggio multiforme ed eclettico: nato cinquantaquattro anni fa a New York da genitori ebrei (madre viennese sopravvissuta alla Shoah e famiglia paterna scampata dai pogrom) e cresce in Messico, approda poi in California e lavora per Atari, la più importante società di videogame concentrandosi sulla realtà virtuale. Dopo aver prestato la propria consulenza e lavorato a diverse start-up inizia ad ingaggiare una durissima battaglia morale contro l’uso improprio della rete e la pericolosità di un progresso non sempre benefico per l’umanità. Si schiera contro il totalitarismo cybernetico e il cosiddetto Maoismo digitale dell’enciclopedia online Wikipedia che svalorizza la conoscenza individuale. Nel 2010 esce You are not a gadget (Tu non sei un gadget, edito da Mondadori), libro-manifesto del suo pensiero,. Ora è il tempo de La dignità ai tempi di Internet che inizia con un accorato appello al lettore ‘eroe’: “Una cosa particolare di questo libro è che tu, il lettore, e io, l’autore, siamo i protagonisti. La semplice azione di leggerlo fa di te l’eroe della storia che racconterò. Forse hai comprato, o rubato, una copia fisica del libro, hai pagato per leggerlo sul tuo tablet o hai piratato una copia digitale da un sito di sharing. Qualunque sia stato il prequel, eccoti qui, a vivere esattamente le stesse circostanze descritte nel libro”. L’infaticabile lavoro non ha impedito Lanier di diventare un musicista e compositore di discreto successo, portandolo a collaborare con mostri sacri come Philip Glass. Nonostante tutto, Jaron Lanier non è pessimista e a Francoforte lancia la sfida: “La chiave di volta, l’assunto al quale non possiamo rinunciare, è riconoscere che esiste spazio per le alternative. La situazione nella quale siamo incastrati oggi non è l’unica possibile e non è inevitabile”. Shulz d’altro canto, mentre lo premiava ha detto: “Lanier è la rappresentanza di coloro che combattono e dibattono sul nostro futuro digitale. Perché questa stessa negoziazione e ricerca di dialogo è il segno della pace. E riguarda tutti noi. Determinerà la nostra libertà, senso di giustizia, pluralismo e creatività. A questo dibattito dobbiamo partecipare tutti”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(13 ottobre 2014)