Qui Roma – Maia Morgenstern: “Il teatro ebraico non sparirà”

maia“Mentre il Teatro ebraico di Bucarest stava letteralmente cadendo a pezzi, noi continuavamo a recitare. E recitavamo di fronte a due spettatori, due soli spettatori che per amore dell’arte avevano superato barriere ed inferriate ed erano venuti ad assistere allo spettacolo” a parlare, accolta dall’Accademia di Romania, Maia Morgenstern, direttrice del teatro e attrice di fama internazionale. Il successo nazionale che l’ha resa una delle stelle più amate ed apprezzate di Romania e il ruolo di Maria nel film di Mel Gibson The Passion che le ha fatto fare un balzo nel cinema americano dei grandi kolossal, non le hanno mai permesso di dimenticare quel palco calcato giovanissima e che non ha mai abbandonato: il Teatro ebraico di Bucarest, un luogo mitico nel quale sul cartellone resistono ancora spettacoli recitati interamente in lingua yiddish e diretto con un amore materno: “Voglio sia un posto dove le persone si sentano accolte. Lo apriamo a tutti; chi arriva viene ricevuto, gli viene offerto un bicchiere di vino e può godersi lo spettacolo, che sia ebreo o non. L’importante è essere curiosi”. L’incontro di stamattina è stato organizzato per permettere un confronto diretto con la Comunità ebraica romana, un’opportunità che è stata inserita all’interno di un ciclo di iniziative dedicate alla brillante carriera della Morgenstern dal titolo Eccellenze romene nell’arte teatrale e cinematografica. In qualità di direttore, Maia Morgenstern tiene in particolar modo a sottolineare: “Il teatro ebraico non vuole in alcun modo sostituirsi alla religione o alla comunità. Noi facciamo cultura non culto. Però troviamo sia un ottimo mezzo per far conoscere alle persone l’ebraismo. Per Sukkoth, ad esempio, abbiamo montato una sukkah proprio fuori dallo stabile. L’abbiamo costruita rispettando tutti i crismi e poi la compagnia ha recitato lì dentro, attirando studenti e passanti. Una maniera del tutto nuova di coinvolgere”. Le preme inoltre evidenziare la potenza e l’importanza della recitazione in yiddish: “Non dobbiamo permettere in alcun modo che l’yiddish scompaia; abbiamo reso disponibile anche un corso per gli attori. Non c’è infatti l’obbligo di avere artisti ebrei, però è fondamentale che essi imparino la lingua. Il nostro è un tipo di teatro al quale è facile appassionarsi, ci sono tantissime poesie, musica e sense of humour”. Interviene poi Andrei Munteanu, regista di uno degli spettacoli più amati e intessuto di musica klemzer, Mazel tov & justice: “Quello che facciamo è aprire le porte, rivolgerci a qualsiasi tipo di pubblico. Il teatro offre emozioni ed è un ottimo ed efficace ponte di comunicazione. Vogliamo inserire la cultura ebraica nel più vasto panorama culturale. Quando offri occasioni di questo tipo è davvero impossibile che la gente ti possa odiare”. Ricordano poi entrambi uno degli ultimi grandi successi, lo spettacolo di Purim: “Più di 700 persone ad assistere, un’atmosfera straordinario. Non c’era nessuna tensione, il messaggio era chiaro: venite a festeggiare con noi”. Un messaggio rivolto anche alla stessa Comunità ebraica di Roma: “Siamo pronti a qualsiasi tipo di incontro e gemellaggio. Festeggiamo, recitiamo, creiamo arte insieme”.

(nella foto da sinistra: il regista Andrei Munteanu, Raffaella Spizzichino, il direttore del Dipartimento di Cultura ebraica della Comunità ebraica di Roma Claudio Procaccia, Maia Morgenstern, due ammiratori e Kristina Cepraga)

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(19 ottobre 2014)