Premio Foa – Raccontare il Novecento

Silvana Calvo Martinoni premiata da Anna FoaLo scorso ottobre, durante la prima edizione del festival “Questo Novecento e oltre” era stato inaugurato a Formia il nuovo auditorium Vittorio Foa e, contestualmente, annunciata l’istituzione del premio a lui dedicato. Durante la seconda edizione del festival nella città che nel 1998 aveva dato a Foa la cittadinanza onoraria “per meriti civili e culturali”, per quasi venti giorni si sono tenute numerose attività all’insegna della storia del secolo scorso, in memoria del centenario della prima guerra mondiale, dedicante soprattutto alla formazione delle nuove generazioni. Come ha spiegato il sindaco Sandro Bartolomeo “Una nuova generazione consapevole è un investimento serio ed importante per il futuro. Vittorio Foa si rivolgeva spesso ai giovani, memorabili le sue lezioni di storia e le sue conversazioni nelle scuole” e la città ha scelto di proseguire nel suo operato. Ha vissuto la politica come una scelta responsabile, tenendo sempre presente la necessità di integrare pensiero e azione, e soprattutto l’importanza di sostenere le proprie ragioni di parte senza dimenticare le ragioni dell’altro. Politico, sindacalista, scrittore, era nipote del rabbino capo di Torino e la sua presenza in città in questi giorni si è fatta sentire con forza, in particolar modo durante la cerimonia di premiazione, quando, dopo un lavoro appassionante e rigoroso la giuria, presieduta dallo scrittore e saggista Carlo Ginzburg, ha presentato al pubblico i vincitori delle varie categorie. Anna e Bettina Foa, membri della giuria insieme a numerosi grandi nomi della cultura e della politica italiana, hanno così premiato per la sezione “Questo Novecento” la tesi di Bruno Settis, che in “Geografia e storia dei fordismi ha analizzato le culture politiche della mass production tra America ed Europa, cercando di dimostrare, nella sua ricerca, che quella dei rapporti sociali nella produzione non deve essere affatto considerata come una categoria astratta ma come una cultura del lavoro e del mestiere, sorgenti di conflitti. A Silvana Calvo Martinoni, autrice di “A un passo dalla salvezza” (pubblicato da Zamorani) è andato il premio composizione per un libro in cui l’autrice racconta – a partire dal ritrovamento nell’archivio dei Documenti diplomatici svizzeri di una lettera scritta al Governo – dell’esistenza nel paese di una coscienza critica e solidale a far da contrappeso all’apparente diffuso consenso raccolto dalla restrittiva politica di asilo messa in atto dalle autorità nei confronti dei profughi in cerca di scampo dalle persecuzioni naziste. La lettera, scritta nel 1942, da una classe di ragazze quattordicenni di Rorschach, è diventata così il punto di partenza per una ricerca che analizza in quale modo e con quali mezzi tale politica sia stata realizzata e quali furono le argomentazioni a monte delle decisioni adottate, che portarono ad un’accoglienza estremamente limitata di fronte alla tragica situazione dei perseguitati che si presentavano ai confini. Liviu Ciprian Suhar con il cortometraggio “Have sweet dreams” ha avuto il premio per la sezione Il Ritorno dell’individuo mentre la giuria ha deciso per quest’anno di non assegnare il Premio reportage fotografico. Il premio speciale è invece andato all’unica associazione per i diritti umani, con una collezione di veri documenti storici, presente in Russia. “Memorial” si occupa di tutte le persone che vengono private dei loro diritti, specialmente per motivi politici, e cerca di rendere pubbliche le loro sofferenze.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(20 ottobre 2014)