Israele – Ancora tensioni a Gerusalemme
Tolleranza zero di fronte a qualsiasi violenza. A 24 ore dall’attentato di Gerusalemme, in cui una bambina di tre mesi ha perso la vita e altre otto persone sono rimaste ferite, si rafforzano le misure di sicurezza per le strade della Capitale israeliana. La preoccupazione è rivolta verso una possibile escalation di violenza, in particolare nella zona Est della città. Qui da diversi giorni la tensione è molta alta: il lancio di pietre e molotov da parte di rivoltosi palestinesi è il preoccupante segnale di una situazione fortemente a rischio. Il tragico attentato di ieri sera ha inevitabilmente peggiorato il tutto. “Fermeremo qualsiasi minaccia all’ordine pubblico”, ha dichiarato il portavoce della polizia di Gerusalemme mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dato mandato allo Shin Bet di avviare un’operazione nella zona Est della città e di arrestare chiunque metta in pericolo la sicurezza dei cittadini israeliani. Questa mattina bersaglio dei sassi dei rivoltosi, due autobus di linea e un asilo. Nessuno è rimasto ferito ma il clima di rabbia rischia di far precipitare la situazione. E il primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo le dure parole contro Mahmoud Abbas pronunciate a seguito della notizia dell’attentato, oggi è tornato a puntare il dito contro il presidente dell’Autorità palestinese. E proprio da un esponente di spicco del movimento che controlla la Cisgiordania è arrivata una dichiarazione vergognosa rispetto all’attentato di ieri. Abu-Einen, membro di Fatah, ha infatti definito in un post su Facebook “un eroe” il ventenne attentatore di Gerusalemme. Parole inqualificabili che seguono quelle già espresse da Hamas, in cui si definiva l’attacco “una reazione naturale ai crimini dell’occupazione”. Intanto le autorità israeliane continuano ad indagare per scoprire nella sanguinosa azione di ieri abbiano preso parte altre persone o sia stata frutto di un ordine dall’altro.
(23 ottobre 2014)