Decalogo anti immigrati, lo sdegno della Comunità

rassegnaUn decalogo di comportamento per gli immigrati giunti in Toscana, questo il contenuto del volantino che diffonderà il partito Fratelli d’Italia dalla prossima settimana. Tra i suggerimenti proposti anche quello di “festeggiare le feste cristiane ed evitare di macellare gli animali secondo rituali diversi”. Una guida definita il “decalogo del rispetto”, proposta dal consigliere regionale Giovanni Donzelli. Sul Corriere Fiorentino, l’opinione del presidente della Comunità ebraica di Firenze Sara Cividalli: “È vergognoso, le norme del rispetto civile dovrebbero valere per tutti, non è detto che gli stranieri si comportino peggio degli italiani. Cosa c’entra il rispetto con l’imporre a qualcuno di assumere l’identità religiosa di un luogo?” poi, riguardo la macellazione rituale, aggiunge: “Sono vegetariana, sempre contraria all’uccisione degli animali però è curioso che si scordi quanto è cruenta la tradizione italiana dell’uccisione dei maiali”. Il rabbino capo di Firenze Joseph Levy ha poi dichiarato: “Imporre la celebrazione delle festività cristiane? Non esiste in un Paese democratico e laico”. Mentre l’imam di Firenze Izzedin Elzir conclude: “Un decalogo? Un po’ fa ridere, un po’ dispiace”.

“Nessun saluto romano. Nessun inno fascista. La cerimonia in memoria dei caduti italiani ad Anzio e Nettuno e di Benito Mussolini organizzata ieri sera dall’associazione Campo
della Memoria a piazza Venezia si è svolta in modo composto e ordinato, senza slogan e mani tese”, così Maurizio Gallo de Il Tempo racconta la messa in ricordo di Mussolini, celebrata ieri in concomitanza con l’anniversario della marcia su Roma, che negli scorsi giorni aveva provocato l’indignazione della Comunità ebraica di Roma e dell’associazione partigiani. A spiccare, tra le cinquanta persone intervenute (oltre la presenza dei nipoti di Benito Mussolini), “il gagliardetto della X flottiglia Mas impugnato da un membro dell’associazione presieduta da Alberto Indri: da un lato la scritta ‘per l’onore’ e, dall’altro, un’aquila nera che stringe gli artigli sul fascio littorio”. Indri al riguardo ha dichiarato: “Il nostro scopo è tramandare la memoria di questi 750 ragazzi della X Mas morti per la Patria ad Anzio e Nettuno nel 44. Lo facciamo ogni anno, compostamente, e non capiamo le polemiche, che sono gratuite e strumentali”.

Abd al-Fattah al-Sisi, presidente dell’Egitto ha un nuovo progetto per scongiurare l’arrivo dell’Isis nel paese: costruire un canale d’acqua che isoli la Striscia di Gaza dal Sinai. A riportare la notizia, Maurizio Molinari su La Stampa: “Fonti del ministero della Difesa del Cairo spiegano che il progetto prevede la creazione di un corso d’acqua fra la città di Rafah – divisa a metà fra Egitto e Gaza – e il villaggio arabo di Karem Abu Salem, ovvero il valico di Keren Shalom con Israele. Si tratta di un percorso di 6 km che coincide con l’area dove sono più presenti i tunnel scavati da Hamas ed altri gruppi palestinesi per gestire traffici illeciti”. L’idea è stata maturata dopo l’attacco di venerdì da parte degli jihadisti di Ansar Bayt al Maqdis (si fa sempre più vicina infatti la possibilità gli jihadisti possano collaborare con cellule palestinesi) nel quale sono morte 33 persone. Un progetto, che sarebbe stato proposto al presidente dalle tribù beduine. La posizione di al-Sisi rispetto alla politica del terrore di Hamas, ricorda Molinari, è sempre stata dura: “Sin dall’insediamento alla guida dell’Egitto, nel luglio 2013, Al Sisi ha inasprito la guerra ai tunnel di Gaza – giudicando Hamas un’alleata dei Fratelli Musulmani egiziani – inondandoli di letame, distruggendoli con esplosivi ed ordinando alle sentinelle di Rafah di fare fuoco su ogni cosa che si muove”.

Su Avvenire, ritorna la toccante storia di Intisar: la bambina palestinese da anni malata di cancro che viene curata a Roma grazie all’aiuto di due famiglie ebraiche. Spiega infatti la portavoce dell’Onlus Angels Benedetta Paravia: “Due famiglie ebraiche si fanno carico delle spese , così l’8 settembre la bimba è tornata a Roma insieme al suo papà. È nelle mani dei medici del Policlinico Umberto I, stretta in una morsa di solidarietà e di pace che dovrebbe essere di lezione al mondo intero”.

Nel suo discorso durante l’incontro con i Movimenti popolari, papa Bergoglio ha citato anche un rabbino. Riporta le sue parole l‘Osservatore Romano: “Quando la persona viene spostata e arriva il dio denaro si produce questo sconvolgimento di valori. E per illustrarlo ricordo qui un insegnamento dell’anno 1200 circa. Un rabbino ebreo spiegava ai suoi fedeli la storia della torre di Babele e allora raccontava come, per costruire quella torre di Babele, bisognava fare un grande sforzo, bisognava fabbricare i mattoni, e per fabbricare i mattoni bisognava fare il fango e portare la paglia, e mescolare il fango con la paglia, poi tagliarlo in quadrati, poi farlo seccare, poi cuocerlo, e quando i mattoni erano cotti e freddi, portarli su per costruire la torre. Se cadeva un mattone – era costato tanto con tutto quel lavoro -, era quasi una tragedia nazionale. Colui che l’aveva lasciato cadere veniva punito o cacciato, o non so che cosa gli facevano, ma se cadeva un operaio non succedeva nulla. Questo accade quando la persona è al servizio del dio denaro; e lo raccontava un rabbino ebreo nell’anno 1200, spiegando queste cose orribili”.

Il Messaggero anticipa i testi dei celebri fratelli Taviani che hanno appena pubblicato il libro “Fratelli di Cinema” (ed. Donzelli). Vittorio Taviani rievoca una delle vicende più dolorose della sua vita: “In quel lontano ’45, noi figli Taviani non volevamo venire a Pisa. La nostra città di elezione era Firenze. (…) Pardo Roquez, il padrone di casa, era un signore solitario, un ebreo colto, riservato e giusto. Aveva da sempre una sola ossessione: i cani, qualsiasi cane lo avvicinasse lo terrorizzava. Non lasciava mai il suo bastone per difendersi. Forse lo aveva sempre saputo: un giorno i cani sarebbero davvero arrivati e lo avrebbero sbranato. Arrivarono. E quando le SS puntarono i mitra contro di lui e la sua gente, l’uomo dai modi riservati e gentili non tacque, gridò contro di loro e la loro infamia, alzò il suo bastone e li maledisse. Ecco, questo è stato il nostro meraviglioso, terribile arrivo a Pisa”.

Da domani al Teatro I di Milano lo spettacolo “Magda e lo spavento” incentrato sulla figura della moglie del nazista Goebbels e interpretata da Federica Fracassi. La protagonista spiega a Maurizio Porro del Corriere della Sera Milano: “È la nostra sfida, mia, dell’autore e del regista Renzo Martinelli rovistare nel comune denominatore del Male, donne innamorate dello spavento, come Shakespeare descrive Desdemona in Otello. La terza sventurata attratta dal buco nero, in un dialogo nel bunker con lo stesso Adolf prima della morte, è frau Goebbels, ma non giochiamo con le somiglianze né coi dialoghi realistici. Sgorbani usa come comparazione ideologica i cartoon disneyani, amatissimi dal dittatore, citiamo Biancaneve e i 7 nani e Topolino”.

Matthew Kaminski del Wall Street Journal fa oggi una riflessione sull’apertura a Varsavia del Museo della storia degli ebrei polacchi: “L’audacia dell’architettura del museo combacia con le sue intenzioni – e dolente continua – La Polonia è il più grande cimitero ebraico del mondo. Prima che Hitler compisse quello che chiamiamo Olocausto, per mezzo millennio la Polonia è stata il santuario ebraico più grande d’Europa”.

L’edizione romana del Messaggero annuncia Il Pitigliani Kolno’a Festival, la rassegna italiana del cinema israeliano, che animerà la capitale dal 1 al 5 novembre. Francesca Nunberg riporta le parole di Ariela Piattelli, direttrice del festival insieme a Dan Muggia: “In questa edizione abbiamo voluto rendere omaggio anche a Assi Dayan, attore e regista scomparso quest’anno, figlio del generale israeliano Moshe Dayan, del quale verranno proiettati alcuni film tra ‘Life according to Agfa’. È dedicato a lui anche il documentario ‘Life as a Rumor’, che verrà utilizzato per il primo Pfk Professional Lab, laboratorio di cinema che si svolgerà lunedì, centrato sull’utilizzo dei materiali d’archivio”.

Ancora nell’edizione romana del Messaggero la cronaca della presentazione del libro di Alfonso Celotto “Il dott. Ciro Amendola, direttore della gazzetta romana ” che si è svolta ieri al Museo Ebraico con un dibattito tra il giurista Sabino Cassese, Sandro Di Castro e la giornalista Myrta Merlino.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(29 ottobre 2014)