Diversità
Il racconto del Diluvio Universale è presente in numerose culture, con valore archetipo e mitologico, dall’estremo oriente, alle cosmologie amerinde e del pacifico. Come scrive Giambattista Vico nella Scienza Nuova, probabilmente “Idee uniformi nate appo intieri popoli tra essoloro non conosciuti debbon avere un motivo comune di vero”. Ma oltre al rapporto del diluvio con la storia umana, sorprende la modernità dell’episodio: il fine della costruzione dell’arca è verosimilmente la conservazione delle numerose specie animali (e vegetali), un appello alla preservazione delle diversità del nostro ecosistema, attualmente sempre più minacciate dal saccheggio e dalla distruzione degli ambienti. Come si vedrà poi, all’interno della stessa parashà, con la Torre di Babel e la dispersione delle genti, dove viene contrastata così anche l’omologazione linguistica e culturale dell’uomo.
Oggi diverse istanze tendono a percepire negativamente la parola “diversità” per l’uomo, soprattutto per ciò che concerne la cultura, il pensiero, o anche il genere, come se parlare linguisticamente di differenze comporti inequivocabilmente un’accezione penalizzante o normativa. Quando invece l’alterità di un individuo o di un gruppo, dovrebbe essere concepita non come una diseguaglianza, ma come una ricchezza e un valore da salvaguardare nei molteplici contesti.
Francesco Moises Bassano
(31 ottobre 2014)