Libri di carta e doppie identità

anna segre“Forse un giorno noi ebrei, per poter leggere durante lo Shabbat e le feste, resteremo gli unici a usare i libri di carta, così come oggi siamo rimasti gli unici a scrivere a mano su rotoli di pergamena.” Una considerazione che emerge spontaneamente in occasione dell’apertura di una libreria, impresa apparentemente azzardata (ma noi ebrei, oltre ad essere quelli che in alcuni giorni dell’anno possono leggere solo libri di carta, siamo anche quelli abituati a vedere la riuscita di imprese controcorrente che all’inizio appaiono azzardate).
“In questa nuova apertura c’è effettivamente una vena di pazzia – ha detto ieri Ruben Tagliacozzo all’inaugurazione della libreria e caffè letterario “Bardotto” che ha appena aperto con sua sorella Deborah in via Mazzini 23 a Torino – Sappiamo tutti che la crisi economica riguarda in particolare le librerie. Sappiamo inoltre che molti passano dai libri cartacei agli e-book e dagli acquisti nei negozi reali agli acquisti online su internet. Eppure crediamo che un po’ di spazio per il libro e le librerie ancora ci sia. Noi avevamo, già da parecchio tempo, il sogno di creare un luogo dove fosse possibile incontrarsi, mangiare, leggere, discutere, fare attività culturali sempre circondati dal calore dei libri. Un luogo per rafforzare il legame tra la Torino città del gusto e la Torino città del libro.”
La sciarada che unisce le due identità del locale, bar-dotto, definisce un animale ibrido, mezzo cavallo e mezzo asino. Sappiamo che la Torah è contrarissima agli ibridi. Eppure tutta la storia ebraica è fatta di identità complesse, influenze reciproche tra la cultura degli ebrei e quelle di altri popoli. Come si spiega questo apparente paradosso? A pensarci bene, c’è una differenza sostanziale: in un ibrido le due identità originarie si annullano, mentre nel caso degli ebrei le identità si sommano senza che nessuna delle due sia in qualche modo sminuita dalla presenza dell’altra (anzi, spesso le reciproche influenze rafforzano e consolidano entrambe le identità). Il bardotto non è un asino e non è un cavallo, invece un ebreo italiano non smette di essere italiano perché è ebreo e non smette di essere ebreo perché è italiano. Così come una libreria non cessa di essere una libreria se al suo interno è possibile sorseggiare un caffè.

Anna Segre, insegnante

(7 novembre 2014)