Mogherini e l’obiettivo dell’Ue: la nascita dello stato palestinese
L’Europa come mediatrice per rilanciare i negoziati tra israeliani e palestinesi. Questo l’obiettivo della missione di Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, in Israele e nella Striscia di Gaza. Il capo della diplomazia europea, come spiega Maurizio Molinari su La Stampa, ha aperto alla leadership palestinese, appoggiando alcune sue posizioni. Tra queste l’idea di una Gerusalemme capitale di due stati, “rivendicazione – ricorda Molinari – che accomuna Fatah e Hamas”. E ancora, “’Gli insediamenti israeliani in Cisgiordania sono illegali, un ostacolo alla pace’ aggiunge (Mogherini, ndr), facendo propria la posizione palestinese sul contenzioso territoriale con il governo di Benjamin Netanyahu”. L’obiettivo Ue è “la nascita di uno stato palestinese”, afferma Mogherini, che vorrebbe far tornare al tavolo dei negoziati le due parti, prendendo come base la formula degli accordi di Oslo del 1993. Per farlo, spiega Molinari, Mogherini spera che il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen – incontrato ieri dall’Alto rappresentante agli esteri dell’Ue – desista dal progetto di presentare all’Onu la risoluzione per il riconoscimento della sovranità della Palestina. Decisione considerata inaccettabile da Israele, che ha ribadito più volte come ogni azione unilaterale sia un ostacolo alla pace. Il governo di Gerusalemme in ogni caso si è detto, per bocca del suo ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, disponibile a riaprire i colloqui. “Siamo per la ripresa del negoziato diretto di pace, la palla è nel campo dei palestinesi”, ha dichiarato Lieberman. Per riaprire le trattative però, spiega dall’Italia l’ambasciatore israeliano Naor Gilon, intervistato dal Corriere della Sera, un riconoscimento preventivo di uno stato palestinese è inutile e dannoso. “Riconoscere oggi lo Stato di Palestina senza chiedere nulla in cambio non aiuta la pace, al contrario la allontana – afferma l’ambasciatore, commentando le mozioni presentate al Parlamento italiano per agire verso il riconoscimento e quella già intrapresa dal governo svedese e dal parlamento britannico – Perché non riporterà i palestinesi al tavolo negoziale, visto che ottengono in anticipo quello che vogliono, e inoltre alimenterà la delusione del popolo palestinese, perché la loro vita quotidiana non cambierà in ragione di questo”.
Sul Mattino, la notizia della prossima apertura della mostra sui 150 anni della Comunità ebraica di Napoli. “Attraverso testi, fotografie ed oggetti liturgici verrà ricostruita la storia della comunità in due sedi prestigiose, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio di Stato di Napoli”, riporta il Mattino. L’inaugurazione avverrà il prossimo 12 novembre (ore 11) alla Biblioteca nazionale dove interverranno tra gli altri, Sandro Temin, Consigliere Unione Comunità Ebraiche Italiane e Pier Luigi Campagnano, presidente Comunità ebraica di Napoli.
“’Loro’ entrano di prepotenza in casa cercando lo zio, fracassando le pareti come se l’avessimo murato vivo. ‘Loro’ prelevano mia zia e le sue figlie, uccidendole a colpi di mitra in giardino. È tanta la confusione che non pensiamo al peggio. Ma basta un secco e sicuro jawohl perché si intuisca la tragedia”. È il terribile ricordo di Lorenza Mazzetti, regista e scrittrice, della strage nazista di Rignano (provincia di Firenze) in cui fu sterminata la sua famiglia. Mazzetti, intervistata da Repubblica, torna ora a Firenze come ospite del festival internazionale Cinema e donne e con il suo nuovo libro Diario londinese. Tra i protagonisti della rassegna anche Margarethe Von Trotta, regista del film sulla filosofa tedesca Hannah Arendt. Sempre a Firenze, la Nazione ricorda la marcia silenziosa in memoria della deportazione degli ebrei fiorentini, organizzata lo scorso 6 novembre dalla Comunità ebraica fiorentina assieme alla Comunità di Sant’Egidio.
Tensione a Bologna, dove un gruppo di antagonisti ha aggredito il leader della Lega Matteo Salvini (intervistato da La Stampa) nei pressi del campo rom che lo stesso Salvini aveva dichiarato di voler visitare. Inoltre, “Un’ora dopo, un gruppo di anarchici si è accanito con calci e spintoni contro un cronista del Resto del Carlino, Enrico Barbetti – racconta il Corriere della Sera – che ne è uscito con un gomito rotto”. Il Resto del Carlino parla di “vendetta anarchica” contro il suo inviato mentre sul Corriere e su Repubblica due editoriali di Pierluigi Battista e Michele Serra stigmatizzano l’accaduto. Battista, nel condannare la violenza degli antagonisti afferma però che “Matteo Salvini provoca buon senso e buon gusto andando ad arringare le folle che vorrebbero smantellare i campi rom: una minaccia da far esplodere per la grancassa della propaganda”.
Cultura e arte. Sul Corriere Lettura Piero Stefani e Cinzia Fiori danno una propria interpretazione dell’ultimo libro dello scrittore israeliano Amos Oz, Giuda. “Lo studio Morpurgo De Curtis ha realizzato un piccolo capolavoro allestitivo”, scrive il Fulvio Irace sul Sole 24 Ore, raccontando la mostra dedicata a Chagall e al suo rapporto con la Bibbia in esposizione al Museo Diocesano di Milano.
Berlino ricorda i 25 anni dalla caduta del Muro. Su La Stampa, un ritratto che racconta la Capitale tedesca oggi, un quarto di secolo dopo la sua riunificazione. “Persino gli ebrei tornano perché poche altre città al mondo portano i segni della loro cultura come questa – scrive la giornalista Tonia Mastrobuoni – ‘È la nuova Gerusalemme’, ci disse l’israeliano Zeev Avrahami nel suo piccolo ristorante di Prenzlauer Berg mostrandoci orgoglioso le foto dei due figli avuti con una donna tedesca”.
Daniel Reichel
(9 novembre 2014)