Qui Firenze – Binario 16, la città ricorda
“Che il ricordo porti luce nel nostro futuro, che la memoria diventi testimonianza quotidiana”. È il commosso appello che Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica di Firenze, rivolge nel 71esimo anniversario della deportazione degli ebrei fiorentini verso Auschwitz-Birkenau. Appuntamento al binario 16 della Stazione Santa Maria Novella dove sono in molti a ritrovarsi dopo una sosta al monumento, opera di Nicola Rossini, che evoca attraverso una potente immagine artistica quella pagina di orrore. Al suo fianco il rabbino capo Joseph Levi, il sindaco Dario Nardella, rappresentanti dell’Aned e di gruppi partigiani, gli studenti della scuola secondaria di primo grado Altiero Spinelli di Scandicci che, sul finire della cerimonia, ricorderanno i loro coetanei uccisi durante la Shoah attraverso le strazianti testimonianze dei bambini di Terezin.
L’orrore di ieri, l’orrore di oggi. “Morte, violenze, barbarie, bambini schiavi, persone costrette a scavare la propria fossa. Le cronache di questi mesi ci ripropongono le stesse terribili scene di allora”, denuncia rav Levi invitando a un impegno di consapevolezza sempre più forte. Un impegno che, spiega il sindaco Nardella, non può prescindere dall’educazione civica delle nuove generazioni. “Per questo – sottolinea – auspichiamo di poter presto accogliere a Firenze il padiglione italiano di Auschwitz-Birkenau. L’area individuata è quella dell’ex centro per l’arte contemporanea Ex3”. Prende la parola un ex partigiano, figlio di un deportato a Mauthausen che non ha fatto ritorno. “Non siate indifferenti, tenete sempre gli occhi aperti contro ogni ingiustizia. I kapò sono ancora tra noi. Hanno solo cambiato aspetto”, denuncia tra le lacrime.
(9 novembre 2014)