Napoli e i 150 anni di vita ebraica

rassegna“La Comunità ebraica di Napoli 1864 – 2014: 150 anni di storia” è il titolo della mostra – realizzata con il sostegno della Presidenza della Repubblica e il patrocinio della Regione Campania, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici – che aprirà oggi i battenti nella prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale di Napoli (rimarrà aperta fino al 12 dicembre per poi trovare posto all’Archivio di Stato). All’inaugurazione dell’esposizione che racconta lo stretto legame tra l’ebraismo e la città partenopea, curata da Giancarlo Lacerenza del Centro di Studi Ebraici dell’Orientale, dedicano oggi ampio spazio il Mattino e Repubblica. Una mostra che, nelle parole del Consigliere UCEI Sandro Temin, riportate da Repubblica, “esalta la capacità di accoglienza di Napoli, ricambiata dagli ebrei che, da 150 anni, partecipano, condividono e contribuiscono alla storia e alle vicende della città”. “Un’esposizione che racconta – ben al di là di ogni tentazione autoreferenziale – ciò che realmente hanno rappresentato per Napoli gli ebrei: interpreti del loro tempo e spesso anche anticipatori del futuro. – racconta Giuseppe Crimaldi sul Mattino – Una comunità di protagonisti. E l’evento di fatto rappresenta il sugello rispetto al percorso iniziato lo scorso anno con la visita del presidente Giorgio Napolitano a Villa Pignatelli in occasione delle celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica”.

Sulle pagine romane del Messaggero Francesca Nunberg racconta invece il progetto “Educazione al dialogo” presentato ieri presso il Centro bibliografico Tullia Zevi e promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con l’Associazione Religions for Peace e realizzato con il contributo della Regione Lazio. Ragazzi israeliani – ebrei, cristiani e musulmani -, guidati dall’educatrice nonché ideatrice del gruppo teatrale Bereshit LaShalom Angelica Livne Calò, gireranno per le scuole di Roma e provincia per raccontare la propria esperienza di amicizia e dialogo attraverso l’esperienza del dialogo. “Ho messo su la compagnia teatrale nel 2000, quando iniziò la seconda Intifada – spiega Calò alla giornalista – Sembrava a tutti un progetto irrealizzabile, mi dicevano se ci sono gli arabi i genitori ebrei non manderanno mai i loro figli, e viceversa. Invece ha funzionato. I ragazzi sono oltre trecento, e restano amici anche quando gli spettacoli finiscono e la vita li porta altrove”.

Ieri cadeva il decimo anniversario della morte di Yasser Arafat, leader dell’Olp che ha dominato a lungo la politica palestinese. Repubblica oggi lo ricorda attraverso un’intervista alla moglie Suha Arafat, che vive a Parigi e non gode di molta popolarità tra i palestinesi. Diversi i punti toccati, dalla presunta morte per avvelenamento del marito – noto anche con il nome di Abu Ammar – all’attuale contesa del potere tra le diverse fazioni palestinesi, con Hamas che ha vietato a Gaza qualsiasi celebrazione in memoria di Arafat. Ieri, dalla prigione israeliana, l’ex capo delle milizie di Fatah Barghouti ha invocato una terza intifada (ne parlano Repubblica e il Fatto Quotidiano) ma secondo Suha Arafat “La lotta armata oggi non porterebbe più a niente. Finiremo solo schiacciati. Le forze in campo sono impari. Dobbiamo continuare nei negoziati , dimostrando semmai che è Israele che non vuole la pace”. Ieri, come racconta Susan Dabbous su Avvenire, in uno scontro con la polizia israeliana è morto a Hebron è morto un giovane dimostrante. La tensione è alta e gli attacchi terroristici palestinesi – ieri i funerali delle ultime due vittime, Dalia Lemkus e Almog Shiloni – preoccupano l’opinione pubblica che, secondo un sondaggio dell’Israel Democracy Institute, vorrebbe (almeno il 57% degli intervistati) la riapertura dei negoziati con l’Anp.

Giorni fa il leader iraniano Khameini aveva pubblicato tramite il suo profilo twitter il suo progetto per eliminare Israele. Ne da conto oggi Fiamma Nirenstein sul Giornale, criticando duramente le aperture dell’amministrazione Obama a Teheran. Gli Stati Uniti sono impegnati in negoziati per discutere sul nucleare iraniano e Nirenstein si chiede come si possa riporre fiducia in chi vuole distruggere Israele. Il presidente Obama al momento è impegnato in Cina e tra i punti discussi a Pechino anche l’Iran, come racconta il Corriere della Sera. Obama infatti vorrebbe coinvolgere la Cina nel fare pressione su Teheran perché rinunci a ogni programma nucleare militare.

Dopo la maxirissa nel derby tra Hapoel e Maccabi Tel Aviv, il giudice sportivo israeliano ha deciso di sanzionare le due squadre con 3 punti di penalità e con la chiusura per quattro turni della curva (Gazzetta dello Sport e Corriere dello Sport).

Daniel Reichel

(12 novembre 2014)