Serge Moscovici (1925 – 2014)
La Francia saluta per l’ultima volta il sociologo e filosofo Serge Moscovici, direttore del Laboratorio Europeo di Psicologia Sociale e co-fondatore della Casa delle scienze dell’uomo parigina. Nato a Braila in Romania nel 1925 da una famiglia ebraica (suo padre faceva il mercante di grano), nel 1938 fu espulso dalla scuola che frequentava a Bucarest e l’anno seguente, dopo essersi avvicinato alla corrente comunista, iniziò la sua attività clandestina. Nel ’41 per volere del “condottiere” Ion Antonescu fu recluso in un campo di lavoro e liberato successivamente dall’armata sovietica. Dopo la disillusione nei confronti del comunismo russo, si avvicina all’ideologia sionista, entrando anche in contatto con chi partiva verso la Palestina. Abbandonata la Romania, parte alla volta di Parigi, diventando amico di intellettuali e poeti del calibro di Paul Celan e inizia a studiare psicologia alla Sorbona. “Filosofo delle scienze, antropologo, tra i più importanti teorici dell’ecologia e il più eminente specialista di psicologia sociale, Serge Moscovici professa il nomadismo come necessità fondamentale per la sua ricerca”, lo ricorda Le Monde. Eclettico studioso (tra le diverse materie anche di Epistemologia e Storia della Scienza), concentra la sua ricerca sulla psicologia di gruppo e l’analisi dell’influenza delle minoranze; è inoltre uno dei primi a rendere il pericolo ambientale un tema attivo e influente in politica. Dal 1980 al 1995 è professore alla New School for Social research di New York ed è poi il primo presidente dell’Association européenne de Psicologie sociale expérimentale. Ha ricevuto nel 2003 il premio Balzan e nel 2010 il premio Nonino. Tra le sue opere più importanti “Le rappresentazioni sociali”, una dissertazione che analizza il meccanismo che permette le persone di orientarsi nel mondo sociale, “Psicologia delle minoranze attive” e “Cronache di anni sperduti”, la sua autobiografia del 1997 (“Quel che ho visto – scrisse, come ricorda il Corriere della Sera – ha offuscato per sempre la mia visione degli uomini”). Ha ricevuto nel 2003 il premio Balzan e nel 2010 il premio Nonino. Suo figlio, Pierre Moscovici è Commissario europeo per gli affari economici e monetari. Il primo ministro francese Manuel Valls, nel dare le sue condoglianze, lo ha definito: “Un grande studioso e un uomo libero, autore di opere eccezionali e di fama internazionale”.
(18 novembre 2014)