Minimizzare

anna segreUn tempo c’erano le opinioni diverse. Oggi si tende a contrapporre versioni diverse degli stessi fatti, accusando automaticamente l’interlocutore di non dire la verità (è un fenomeno che ho già avuto occasione di rilevare). A volte, però, i fatti sono evidenti: se un governo vota un disegno di legge è difficile sostenere che non lo abbia fatto. Allora almeno in questi casi si può tornare a discutere come ai vecchi tempi tra favorevoli e contrari? Non è detto, perché esiste un’altra strategia per evitare il confronto diretto: minimizzare. Sì, il disegno è stato votato, ma non contiene poi queste grandi novità, all’atto pratico non cambia niente, non si capisce perché qualcuno faccia tanto chiasso per una cosa da nulla, ecc. Nell’Italia degli ultimi anni abbiamo sentito un bel po’ di discorsi del genere su molti argomenti, dalle prescrizioni facili al massacro della scuola pubblica. Poi tanto i problemi vengono fuori dopo qualche anno e allora ormai tutti parlano d’altro, o comunque i fatti sono abbastanza lontani perché ciascuno possa raccontarli a modo suo e dare del bugiardo a chi li racconta diversamente. Non so se il fenomeno si verifichi anche in Israele; più volte l’ho riscontrato tra gli italiani che parlano di Israele.
Sarebbe piuttosto bizzarro se qualcuno si desse la pena di introdurre una nuova legge allo scopo di non cambiare nulla. Ammettiamo comunque che sia possibile. Rimane il fatto che il Presidente della Repubblica israeliano ha espresso preoccupazione. Non dico che tutti siano tenuti a dare automaticamente ragione al Presidente della Repubblica israeliano; ma il fatto che lui sia preoccupato mi pare già di per sé un motivo di preoccupazione. O, se non altro, dimostra che la questione non è irrilevante e che la discussione è legittima.

Anna Segre, insegnante

(28 novembre 2014)