Nugae – Gioie dell’Italia ebraica
Venezia. L’aria è umida e fredda, l’insolitamente largo campo del Ghetto è poco illuminato in un buio tardo pomeriggio d’inverno, l’acqua oscilla scura e silenziosa tra le sponde dei canali. Il museo ebraico e le sue sinagoghine sono ormai svuotate del calore e dell’eco delle impressioni delle grandi folle di turisti. È l’atmosfera sinistramente perfetta per trovarsi con un autoctono che racconta leggende popolari paurose. I famosi Piccoli Brividi, pilastri della letteratura per i bambinetti degli anni novanta, iniziavano tutti così. A quanto pare, secondo quanto riportato dallo storico Gadi Luzzatto Voghera all’interno dell’echeggiante sinagoga italiana, tra i suoi anfratti si nasconde il fantasma di una bambina. Uno spiritello in gonnella il cui diletto sarebbe terrorizzare gli studenti di talmud Torah. Dopo aver prontamente dimostrato svegliezza a tutti i presenti rispondendo “veramente?”, è il momento di giocarsi la perla per fare bella figura con la guida del museo e il gruppetto che l’ascolta. Anche questo vanesio tentativo fallisce miseramente con una smentita esperta: tutti quelli che hanno avuto un incontro con il suddetto fantasma, che secondo quanto registrato dalle guide museo sono almeno tre persone, in realtà hanno visto un uomo. Tra l’altro, una di queste era una dipendente addetta alle pulizie, che si è spaventata così tanto da licenziarsi immediatamente. Per fortuna quando questo le ha rivelato i numeri del lotto facendole vincere la bellezza di centomila lire, la signora ha fatto sapere di essersi riconciliata con il fantasma. E con queste gioie pop della leggenda metropolitana, una giovane girovaga dell’Italia ebraica si riconcilia con il suo trolley azzurro sempre pieno.
Francesca Matalon
(30 novembre 2014)