Qui Trieste – Il ruolo della critica
La terza Sabatina del 2014, svoltasi sabato scorso presso l’Antico Caffè San Marco, ha mostrato la possibilità di integrare la memoria di eventi passati con il presente per immaginare scenari futuri.
Presentato da Valerio Fiandra, Rino Alessi (nell’imamagine a sinistra), giornalista e attuale presidente del Circolo della Stampa cittadino, ha condiviso la sua recente esperienza come impresario in occasione della messa in scena dell’Opium Rhapsodie, spettacolo ideato dal tenore Thomas Harris e dal baritono Gabriele Ribis per rendere omaggio a Francis Poulenc, allestito al Museo Revoltella di Trieste. La musica anni ’20 dell’autore francese che appartenne al Gruppo dei Sei, autore sia di brani scanzonati che musica di ispirazione religiosa, ha dato il via a molti collegamenti, a partire dalla recente uscita della prima biografia in italiano del compositore francese, contenente anche riferimenti, con immagini dell’epoca alle presenze del compositore a Trieste: in occasione della messa in scena nel 1957 dei suoi “Les dialogues des Carmélites”, secondo teatro italiano dopo quella data pochi mesi prima alla La Scala di Milano; nel corso della stagione 1960-61 alla Società dei Concerti, quando accompagnò al pianoforte Denise Duval per l’esecuzione in forma di concerto de “La voix humaine”; infine nel 1962 in qualità di membro della Giuria del Premio Trieste.
Le conclusioni? La necessità di una critica musicale e teatrale che, come affermato da Paolo Stanese, sappia essere un buon mediatore tra quello che viene messo in scena e il pubblico per accrescerne il gusto estetico; chi ne scrive deve essere consapevole della propria responsabilità, ben esplicitata da Voltaire nei suoi “Consigli a un giornalista”, come ricordato da Marco Podda: una critica onesta, priva di acrimonia o piaggeria. Rispetto a questo, che sia pubblicata su carta stampata o accessibile attraverso il web, ha forse un’importanza relativa.
Paola Pini
Foto di Nathan Neumann
(8 dicembre 2014)