Bruno De Benedetti (1946 – 2014)

Schermata 2014-12-21 alle 14.10.32“Nessuno può essere felice se gli altri non lo sono. Quindi dare un contributo nel volontariato, per quanto ci è possibile, è assolutamente necessario. Ovviamente è un campo di attività in cui dovrebbero dare un contributo coloro che sono arrivati a soddisfare le necessità primarie e quindi hanno tempo e risorse da dedicare al prossimo”. Quel tempo e quelle risorse, di cui lui stesso parlava in un’intervista a un quotidiano piemontese, Bruno De Benedetti le aveva trovate. Docente di metallurgia al Politecnico di Torino, aveva affiancato all’insegnamento l’impegno per il sociale. “Era uno studente brillante”, il ricordo del presidente della Comunità Ebraica di Torino Beppe Segre, che da giovane aveva frequentato con De Benedetti le aule del Politecnico nelle vesti di studente. “Lo avevo visto qualche volta a Kippur ma poi ci siamo persi di vista”, ricorda ancora Segre, esprimendo il suo cordoglio per la prematura scomparsa di De Benedetti, rimasto vittima venerdì scorso di un incedente stradale a Torino. “Dopo la laurea in ingegneria chimica – spiegava De Benedetti alla rivista In dialogo, riannodando i fili del passato – ho iniziato il mio percorso come metallurgista in campo scientifico, ma nel contempo non mi sono risparmiato per fare attività nel campo produttivo come consulente, Fra l’altro ho avuto l’occasione di eseguire molte perizie in campo giudiziario. Negli anni ‘90 un altro cambiamento importante che mi ha dato molto: entrare nel circuito dei progetti di ricerca europei che mi hanno aperto alla conoscenza delle più varie realtà nel mondo”. “Per spirito di servizio ho assunto la carica di Direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali e poco dopo sono entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione del Politecnico per la gestione del Bilancio. Otto anni intensi di lavoro gestionale non privi di grandi sfide – ricordava il professore – Così sono arrivato alla parte finale del mio percorso lavorativo, ritornando alla ricerca per coltivare il capitale più importante: contribuire a valorizzare dei giovani talenti”.

(21 dicembre 2014)