Otto giorni, otto luci

Locci_nl_new VIII Candela – Martedì sera 2 Tevet/23 Dicembre

Una poesia attribuita a Yosè ben Yosè, poeta liturgico vissuto tra il quarto e quinto secolo, inizia con queste parole: “Luce eterna riservasti come tesoro della vita, dicesti che sia la luce al posto dell’oscurità e così fu”. In questa frase si fa riferimento alla luce primordiale che poi fu nascosta “come tesoro della vita”, e la nostra vita non è altro che la Torah. Ogni giorno di Chanukkah rappresenta la dimensione del “D-o disse: sia luce” ed emana una porzione di quella luce che in futuro diraderà definitivamente l’oscurità che ci circonda. Per questo, Rabbì Shelomò HaLewì Alkabetz (1500-1580; famoso per aver composto il “Lekhà Dodì”, inno inaugurale dello Shabbath) nell’opera di commento al Libro di Ester (Manot HaLewi) e Yosef Caro (1488-1575; autore dell’opera ritualistica “Shulachan ‘Arrukh”) nel Magghid Mesharim, riportano un detto dei maestri che afferma che “Tutte le festività saranno abolite tranne Chanukkah e Purim”. La curiosità di questo detto è che nella versione originale del Midrash (Midrash Mishlè 9) non compaia Chanukkah. È forse per la tendenza cabalistica del Caro e dell’Alkabetz che li porta a modificare il detto, per tramandare il concetto che Chanukkah sia portatrice dell’Or Haganuz, della luce nascosta che sarà rivelata in era messianica. Presto ai nostri giorni, Amen.

VII Candela – Lunedì sera 1 Tevet / 22 Dicembre II Rosh Chodesh Tevet
Rabbì Elazar di Worms (Elazar ben Judah ben Kalonimos, 1176-1238) insegna che i 36 lumi che accendiamo di Chanukkah (ad eccezione degli otto lumi dello shammash che sono al di fuori del computo) hanno una relazione con la luce della creazione. Nel Talmud (Chaghiggà 12a) è detto che la luce primordiale creata il primo giorno fu nascosta da D-o e destinata ai giusti in un futuro a venire. Inoltre, come riporta il Talmud Yerushalmi (cap.8, halakhà 5), questa luce irradiò solo per 36 ore prima di essere nascosta. I 36 lumi di Chanukkah, dunque, sarebbero in relazione con queste 36 ore di illuminazione della luce primordiale. E come affermano i maestri nel Midrash Tanchumà (Parashat Noach) questa luce fu nascosta nella Torah. In attesa della venuta messianica, quando questa luce tornerà ad irradiare il mondo, la possiamo raggiungere nello studio e nell’osservanza della Torà e, visivamente, nei 36 lumi dei giorni di Chanukkah.

VI Candela – Domenica sera 30 Kislew/21 Dicembre Rosh Chodesh Tevet
Nel libro di Ester (8:16) è scritto: “Per gli Ebrei fu luce, gioia, allegria e onore” e nel Talmud (Meghillà 16b) si spiega che la luce è la Torà. Spesse volte la parola “Or – luce”, si riferisce alla Torà. Anche il Midrash (Bereshit Rabbà 2:4), quando commenta i versi della creazione (“l’oscurità era sulla faccia dell’abisso…e D-o disse sia la luce” Genesi 1:2-3), afferma che “l’oscurità (Choshekh) è il regno della Grecia che oscurò gli occhi di Israele”. Quando il loro intento di estinguere la luce della saggezza della Torà fu annullato, si realizzò la dimensione del “D-o disse sia luce”. Il Maharal di Praga (Judah Loew Ben bezalel 1520-1609) rileva a proposito, che la parola “Yehy-sia” – che aprì alla luce – ha il valore numerico 25 (yod=10; he=5; yod=10), come la data d’inizio dei giorni di Chanukkà (25 Kislew) e che la parola “Or-luce”, è la venticinquesima dall’inizio della Torà.

V Candela – Sabato sera 29 Kislew/20 Dicembre

Rabbì Menachem Nachum di Chernobyl (1730-1797; Sefer Meor ‘Enaym, parashat Miqqetz) scrive che “Chanukkà è il tempo per avvicinare l’individuo al Signore benedetto per mezzo della saggezza della Torà, come all’epoca di Mattatyahu, figlio di Yochanan sommo sacerdote, quando vinsero contro i greci che resero impuri tutti gli oli, che sono le saggezze”. E questo è il senso del lume della Chanukkyà, farci essere meritevoli della Torà. Un concetto, questo, allegorizzato nel famoso verso del libro dei Proverbi (6:23): “Perché il precetto è il lume (azione) e la Torà è la luce (spirito)”.

IV Candela – Venerdì sera 28 Kislew/19 Dicembre

Nel trattato di Berakhot (57a) è scritto che “chi vede in sogno olio di oliva scoprirà le saggezze della Torà”. Un detto, questo, che nello Zohar si conferma in questi termini: “L’olio d’oliva simboleggia la saggezza”. Questa era l’intenzione dei greci con le loro imposizioni, simboleggiata dalla contaminazione degli oli del Santuario, per arrivare col tempo all’annullamento della saggezza di Israele. Per questo i giorni di Chanukkà con i loro lumi rappresentano l’eternità della saggezza d’Israele.

III Candela – Giovedì sera 27 Kislew/18 Dicembre

Nel commento alla Parashà di Miqqez che leggeremo il prossimo Shabbat, il Maggid MiTrisk (Sefer Maghen Avraham; Rabbì Avraham Twersky 1806-1889) insegna che “come la festa di Shavu‘ot è il tempo del ricevimento della Torà scritta, la festa di Chanukkà è il tempo del ricevimento della Torà orale e per questo, nei giorni di Chanukkà, ogni persona deve occuparsi della Torà scritta e di quella orale”. A sostenere quest’opinione, nel trattato talmudico di Yomà (29a) c’è questo detto: “Il miracolo di Chanukkà non è dato essere scritto e il miracolo di Purim è stato l’ultimo ad esserlo”. E al riguardo, diversi commentatori hanno affermato che il miracolo di Chanukkà non può essere scritto perché è il tempo del raggiungimento dei significati, anche quelli più segreti e profondi, della Torà orale.

II Candela – Mercoledì sera 26 Kislev / 17 dicembre

Anche il Chatam Sofer (Moses Schreiber 1762–1839) scrive in una sua opera (Minhaghe HeChatam Sofer cap.9:1) che “di Chanukkah, bisogna essere attenti nello studio della Torah più degli altri giorni dell’anno…e che questo studio è da considerarsi una grande occupazione perché allora (nei giorni che sarebbero poi diventati la festa di Chanukkah) furono trasmessi a Mosè i segreti della Torah”. Ma se questi segreti furono trasmessi a Mosè, perché dobbiamo oggi aumentare il nostro studio quotidiano? Perché la peculiarità degli otto giorni di Chanukkah sta nel fatto che in essi, anche noi possiamo con l’aumento del nostro studio raggiungere i significati più profondi della Torah.

I Candela – Martedì sera 25 Kislev / 16 dicembre

Rav Yesha’yà Horowitz (1558-1630), conosciuto come “Shla Hakadosh”, afferma che “Questi giorni (di Chanukkah) sono i più idonei per dimostrare continuità nella Torah…”. Tale affermazione può forse rappresentare un’ulteriore definizione della festa di Chanukkah, essere un’altra risposta alla domanda del Talmud (Shabbat 21b) “Cos’è Chanukkah?”. Gli otto giorni di Chanukkah sono dunque un periodo in cui dobbiamo studiare ancor di più la Torah, anche rispetto a quello che normalmente facciamo. Questo aumento di studio è anche in relazione al ricordo della festa stessa: i greci, bayamim hahem – in quei giorni, con i loro duri decreti volevano che ci dimenticassimo della Torah, allora bazeman hazè – nel nostro tempo, in questi giorni, sovvertiamo le loro intenzioni e studiamo Torah ancora di più.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova

(18 dicembre 2014)