Qui Roma – Festa di luce e ricordo
Una festa all’insegna della tradizione, quella organizzata ieri pomeriggio dall’Ambasciata israeliana in Italia: dli ospiti sono stati accolti nella calorosa cornice del Museo ebraico di Roma e sono stati subito trascinati nella tipica atmosfera di Chanukkah. Su un grande tavolo, disposti con ordine, una decina di sevivonim, le trottole conosciute anche come dreidel e l’invito ad una sfida serrata. Premio per il vincitore della gara? Un viaggio per Israele offerto dalla compagnia aerea El Al. Divisi in gruppi gli ospiti hanno poi visitato il Museo ed ascoltato una introduzione sulla religione ebraica in generale e sul significato della festa di Chanukkah in particolare ed hanno potuto dare un’occhiata all’esposizione appena inaugurata “Prima di tutto italiani”, dedicata al ruolo degli ebrei romani nella Grande Guerra. Ci si è poi spostati all’interno del Tempio Maggiore per l’accensione della settima candela della Chanukkiah in compagnia del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, l’ambasciatore d’Israele Naor Gilon e il rabbino Alberto Funaro.
A dare il benvenuto, il suo ‘bruchim abaim’, Kobi Regev, Addetto per la Difesa dell’ambasciata d’Israele, che, dopo aver annunciato l’abile vincitore del biglietto (il signor Nicola Gela), ha ripercorso insieme al pubblico il periodo oscuro che viene rievocato durante la festa di Chanukkah e che culminò con la rivolta dei Maccabei: “Nel 167 a.e.v., i Maccabei combatterono per liberare il Tempio, profanato dai greci che, guidati da Antico Epifane, avevano riempito il paese di idoli e simboli pagani. Questa festa ci dà l’opportunità di aprire il cuore, mostrarci all’esterno ed è il simbolo dello spirito e del coraggio che ci hanno permesso di sopravvivere. Un coraggio che ci contraddistingue tuttora. Voglio che sappiate che io sono fiero di essere un soldato dello Stato d’Israele e che mi batterò sempre per il diritto del popolo ebraico di esistere”. Interviene poi il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici: “Di fronte ai numerosi invitati che oggi indossano le loro divise militari non posso non ricordare il rapporto di mutua solidarietà che contraddistingue Italia e Israele. Tante volte ci siamo ritrovati insieme per piangere la morte dei nostri soldati e dei nostri civili. E mi preme ricordare che a Gerusalemme abbiamo piantato insieme un bosco in ricordo dei soldati italiani caduti a Nassiriya, soldati partiti per una missione umanitaria non politica. Abbiamo inoltre lanciato da poco come Comunità ebraica di Roma l’iniziativa #bringbackourmarò per i due marò confinati in India e ci auguriamo che tornino a casa il prima possibile. Concludo ringraziando le forze dell’ordine e l’esercito italiano che non ci abbandonano e garantiscono la sicurezza delle nostre scuole e delle nostre sinagoghe”. A seguire, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna che ritorna sulla vicenda di Chanukkah: “Durante il regno dei seleucidi, tutti i templi d’Israele furono profanati; persino quello di Gerusalemme fu dedicato a Zeus. Ma gli ebrei riuscirono a sconfiggere la forza brutale del nemico e difendere strenuamente la loro identità. E una volta ripreso possesso dei templi e tolte le statue pagane, avvenne il miracolo dell’olio per la Menorah, la lampada della sinagoga, che durò straordinariamente per ben otto giorni. La festa che celebriamo oggi rappresenta dunque il potere dello spirito e della luce. Italia e Israele sono sempre stati legati da un rapporto particolare ed è interessante pensare come entrambe siano nate nel 1948. Proprio nel 1948 l’Italia ebbe infatti la sua Costituzione. Da allora però questo paese ha avuto una strada più facile da percorrere rispetto a Israele che si ritrova ancora a lottare per la propria sopravvivenza. Non possiamo dunque che riunirci insieme e pregare che la luce vinca nuovamente sulle tenebre e che finalmente i popoli dei quattro angoli della Terra possano vivere in pace”. L’ambasciatore Naor Gilon evidenzia l’esemplarità della vicenda dei Maccabei: “Di fronte i problemi della vita dobbiamo fare come i nostri antenati; raccogliere le forze e armarci di speranza. Quest’anno l’ultimo giorno di Chanukkah coinciderà con il primo giorno di Natale, posso a questo punto fare gli auguri a tutti i presenti”. A conclusione rav Riccardo Di Segni che esordisce: “Direi che vi hanno già spiegato cosa significhi questa festa, ma cercherò di aggiungere qualcosa. Il periodo di Chanukkah coincide anche con la nascita della Comunità ebraica di Roma perché proprio nel tentativo di cercare un’alleanza con gli acerrimi nemici dei greci, i romani, ci fu il primo scambio. Mi sembra inoltre curioso come il Libro dei Maccabei sia canonico per i cattolici ma non per i protestanti e che non rientri nell’ebraismo, eppure, questa storia viene celebrata proprio dal popolo ebraico e non da altri. Ma un motivo in fondo c’è: se i Maccabei non avessero lottato per la propria libertà di culto, l’ebraismo non sarebbe più esistito e non avrebbe permesso al cristianesimo di nascere. In fin dei conti quello che noi ricordiamo oggi è una battaglia avvenuta più di 2000 anni fa e questo mi sembra un monito piuttosto importante. Il 4 novembre l’Italia celebrava la festa dell’Unita Nazionale e della fine della Prima guerra mondiale, una data che ora è stata quasi dimenticata. Dobbiamo cercare di non avere la memoria corta. Questo è fondamentale”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(23 dicembre 2014)