“Cari vigliacchi che non ristampate le vignette di Charlie Hebdo…”

charlie cover impL’autorevole testata statunitense Jewish Journal pubblica oggi l’opinione del giudice federale, docente della Pepperdine University e attivista ebraico per la difesa dei diritti umani Bruce J. Einhorn. Eccone la versione italiana.

Dopo l’atto di terrore e di morte condotto da estremisti islamici contro il direttore e i redattori della rivista francese Charlie Hebdo a Parigi, un certo numero di mezzi di informazione – tra cui CNN, Fox Cable, l’Associated Press, MSNBC, ABC, il britannico Jewish Chronicle e il New York Times – hanno deciso di non mostrare o ripubblicare le immagini satiriche di Maometto e di altri musulmani che sembrano siano stati il pretesto dell’attentato. Molti dei responsabili di queste imprese hanno giustificato la loro scelta per la necessità di proteggere i propri dipendenti da eventuali ritorsioni da parte di estremisti. Ma c’è un altro modo per chiamare queste decisioni: cedimento.
Quando reporter, giornalisti ed editori lodano il coraggio di coloro che sono stati uccisi per aver disegnato e stampato le vignette pubblicate da Charlie Hebdo, ma allo stesso tempo si piegano al terrorismo che ha portato al massacro di Parigi, stanno proteggendo le loro scelte sacrificando l’adesione al principio di libertà di espressione, per il bene della propria sicurezza. Non hanno esitato – giustamente – a diffondere e stampare la recente ondata di vignette disegnate in omaggio a coloro che sono stati assassinati nella redazione di Charlie Hebdo, disegni che attestano in maniera commovente come le persone libere credano nel motto “la penna è più potente della spada”.
Allo stesso tempo, però, coloro che hanno accettato il cedimento, i responsabili di alcuni dei maggiori media, hanno scelto di temere la spada più che di stare dalla parte della penna, lasciando nel buio le vignette satiriche pubblicate da Charlie Hebdo.
Non sono un artista, ma se lo fossi disegnerei immediatamente una vignetta che illustri l’ipocrisia di gran parte dei media.
Dire oggi che la satira dell’Islam che compare nelle vignette di Charlie Hebdo – che in realtà prende di mira anche tutte le altre religioni – possa sembrare offensiva ad alcune persone di fede, è un’osservazione francamente fuori luogo.
Quello che invece non è fuori luogo è il principio che il terrorismo e tutte le forme di intimidazione violenta della stampa libera non sono mai giustificati, indipendentemente dal contenuto di ciò che viene stampato o trasmesso dai media. Come molti sionisti ed ebrei, sono offeso quasi quotidianamente da quelle che considero notizie di parte, pubblicate su Israele. Ed esprimo il mio sdegno la mia rabbia per scrivere editoriali, lettere ai direttore, post, messaggi e discorsi per protestare contro quello che credo siano cattivo giornalismo e commenti stupidi. Mi Se non basta mi prendo un’aspirina.
Quello che invece non faccio, quello che non farei mai, è usare o invocare la violenza come mezzo per fermare la libertà di espressione. In una democrazia costruita e difesa da uomini e donne coraggiosi che si impegnano per una libertà intatta non ci sono giustificazioni per un compromesso con chi vuole una limitazione della libertà e una censura della stampa.
Sentirsi offesi significa essere vivi. Ciò che conta è il modo in cui, una volta offesa, una persona reagisce. Per coloro che sono ben pagati per riferire e commentare sui media le notizie, la vigliaccheria non è un’opzione giustificabile. Una simile viltà disonora la memoria di coloro che sono stati assassinati a Parigi.
L’organizzazione antirazzista Anti Defamation League (ADL), in cui sono stato con orgoglio a lungo attivo, pubblica regolarmente una raccolta delle più vili vignette antisemite che compaiono nei media, soprattutto in Europa e in Medio Oriente. Queste vignette, che tendono a giustificare il terrorismo contro gli ebrei, contro Israele e i suoi sostenitori, sono per me dolorose, come lo sono per l’ADL, per molti altri ebrei, e per le persone oneste di tutte le fedi.
Tuttavia, l’ADL riproduce queste vignette nello sforzo di far comprendere al pubblico il male dell’antisemitismo e del fanatismo religioso. L’ADL comprende che la pubblicazione della verità, di fronte al terrore, per quanto dolorosa è il modo migliore per descrivere con cura coloro la cui intolleranza spesso porta alla violenza. La saggezza e il coraggio di ADL dovrebbero secondo me servire a far vergognare quei mezzi di comunicazione che hanno scelto di placare coloro che reagiscono alla libertà di espressione con rabbia omicida.
Alcuni media, come l’Huffington Post, il Washington Post e il Daily Beast, hanno ristampato le vignette satiriche più importanti di Charlie Hebdo. E meritano di essere elogiati per il loro coraggio.
Quanto a me, sono orgoglioso di aver scritto questo articolo e di vedere comparire la mia firma. Sono americano, sono ebreo, sono sionista, e sono un cittadino di Los Angeles.
A coloro che vorrebbero rispondere al mio articolo con la violenza, dico: “Fatevi avanti, bastardi”.

Bruce J. Einhorn

(versione italiana di Ada Treves)

(9 gennaio 2015)