Israele – Il momento più duro

rivlin“Cari Yoav, Yohan, Philippe e Francois-Michel non volevamo ricevervi in Israele in questa situazione. Non volevamo vedervi arrivare così in questa terra, la vostra casa. Vi volevamo vivi”, è livido il presidente dello Stato d’Israele Reuven Rivlin mentre presenzia al Monte degli Ulivi di Gerusalemme ai funerali delle quattro vittime dell’attentato all’Hypercasher di Porte de Vincennes, nella periferia di Parigi.
Yoav Hattab, 21 anni, era da poco stato in Israele; sul suo profilo Facebook troneggia ancora lo sfondo della città dorata. Ha ricevuto oggi, per volere della sua famiglia e del padre (il rabbino della Grande Sinagoga di Tunisi e preside della scuola ebraica Benjamin Hattab), l’elegia funebre del leader spirituale tunisino rabbi Meir Mazuz fuori dalla yeshiva di Bnei Brak.
La foto di Yoann Cohen mentre prega stretto nel suo talled ha commosso tutto li mondo. Il ventenne sarà sempre ricordato per il disperato tentativo di sparare, con un’arma abbandonata, all’attentatore Amedy Coulibaly, senza però riuscire e venendo quindi freddato da quest’ultimo.
Philippe Braham aveva sempre sognato di fare l’aliyah, i figli di Francois Michel Saada si erano invece entrambi trasferiti in Israele.
A dare il proprio sostegno alle famiglie e agli amici, oltre alle migliaia di persone accorse, anche il premier Benjamin Netanyahu, il leader dell’opposizione Isaac Herzog e il ministro dell’Ambiente francese Ségolène Royal che ha conferito la Legione d’Onore postuma alle quattro vittime.
Tanti i messaggi che i cittadini israeliani hanno voluto lanciare, intrisi di solidarietà e preoccupazione; tanti i cartelloni con scritto Je suis Juif. Un uomo, riporta il Times of Israel, solleva un foglio con le foto dei quattro uomini e la frase lapidaria: “Sono morto perché sono ebreo”.
Dopo aver recitato il Kaddish, la tradìzionale preghiera funebre, prende la parola Valerie, la vedova di Philippe Braham, che in Israele ha già sepolto il loro primo figlio: “Mio marito era un padre perfetto, l’amore della mia vita. Poneva sempre davanti a sé le esigenze altrui. Adesso sto piangendo, ma sento che tutti voi piangete con me”, ad abbracciarla la first lady Sara Netanyahu. Philippe lascia orfani Raphael, Ella, Naor e Shirel, gli amici della coppia hanno lanciato un’iniziativa online per raccogliere i soldi e garantire il loro sostentamento.
Distrutta anche la vedova di Saada, un testimone racconta che la donna è stata dovuta essere trascinata per salire sull’aereo e dare l’ultimo saluto al compagno di una vita.
Il presidente Rivlin lancia poi un monito: “L’Europa ha il dovere di proteggere gli ebrei. Le vittime che seppelliamo oggi sono state uccise a sangue freddo perché ebree. Il terrorista voleva essere sicuro di attaccare un negozio ebraico. Questo è il simbolo di un odio antisemita oscuro e premeditato che vuole colpire la vita ebraica: a Tolosa, a Gerusalemme, a Bruxelles. Che sia per strada, in museo, nelle sinagoghe, alla stazione”.
Addolorato, il premier Netanyahu ha ricordato: “Qui sono sepolte anche le vittime della strage nella scuola ebraica di Tolosa. Non mi stancherò mai di dire come i terroristi, non siano solo nemici del popolo ebraico, ma di tutta l’umanità. Non dobbiamo avere paura però, non ci sconfiggeranno. Siamo un popolo antico con uno spirito forte… Ed esiste lo Stato d’Israele, la terra che rappresenta la speranza per tutto il popolo ebraico”.
Il leader dell’opposizione israeliana Isaac Herzog ha collegato il massacro delle quattro vittime alla sinagoga Har Nof di Gerusalemme con quello perpetrato a Parigi: “Non permetteremo al terrorismo di vincere”.
Dopo l’invito di Benjamin Netanyahu agli ebrei francesi di trasferirsi in Israele e la risposta del primo ministro francese Manuel Valls (“La Francia non sarebbe più la Francia senza gli ebrei”), interviene il ministro Ségolène Royal: “Soffriamo con voi. Nel nostro paese non ci sarà posto per l’Antisemitismo, abbiamo il dovere di proteggere gli ebrei francesi”.
Dopo la giornata di oggi, per la famiglia Cohen, Hattab, Saada e Braham inizierà il momento più duro: la sopravvivenza, ora dopo ora, agli uomini che amavano più di ogni altra cosa.

Rachel Silvera twitter @rsilveramoked

(13 gennaio 2015)