Cinque milioni di copie per Charlie Hebdo

rassegnaEsaurito in Francia e nei paesi dove è stato pubblicato, settimanale Charlie Hebdo, con la prima uscita dopo la strage dello scorso 7 gennaio, vende cinque milioni di copie. Una risposta ai terroristi che volevano sopprimere nel sangue la libertà di stampa. “Se possiamo far rivivere la carta e i chioschi di giornali, e tramite loro Charlie Hebdo, allora abbiamo vinto”, si è rallegrato Luz, autore della copertina del settimanale con il Maometto triste (Corriere della Sera). In Italia a distribuire il giornale satirico è il Fatto Quotidiano che ha esaurito ieri le copie e oggi torna in edicola con una tiratura speciale di 360mila copie. Ma le reazioni nel mondo islamico sono state dure. Se gli attacchi dell’Isis e di Hezbollah erano prevedibili, anche in Turchia – paese in cui Charlie Hebdo è stato distribuito – è scatta la censura su ordine di un tribunale (Avvenire). Il New York Times, dividendosi al suo interno, ha deciso di non pubblicare la nuova copertina di Charlie Hebdo col profeta in copertina (Repubblica).

Al Qaeda dietro la strage. In un filmato della filiale yeminita di Al Qaeda la rivendicazione dell’attentato di Parigi contro Charlie Hebdo. Il movimento terroristico sostiene di essere la mano che ha guidato la strage di Parigi. E a testimoniare il legame dei fratelli Kouachi – responsabili dell’attentato – con l’organizzazione islamista, un viaggio nel 2011 nello Yemen. Come sottolinea Guido Olimpo sul Corriere, gli analisti sono divisi nel confermare la paternità della strage ad Al Qaeda: “i qaedisti vogliono far propria la ‘vittoria’ – scrive Olimpo – e usano nomi famosi anche per rispondere alla concorrenza del Califfo. Altri ritengono invece che la fazione sia responsabile, unita da un vincolo leggero con gli esecutori, bombe umane padrone del loro timer”.

Agli arresti Dieudonné, provocatore antisemita. “Je Suis Charlie Coulibaly”, ha scritto sulla sua pagina Facebook il comico Dieudonné M’bala M’bala, noto per le sue posizioni antisemite e negazioniste. Parole considerate dall’autorità francese come apologia di terrorismo e da qui l’arresto. Ma questa decisione ha fatto riaprire in Francia (Corriere della Sera) e non solo il dibattito sulla libertà di espressione. “Non bisogna farne un martire per chi non aspetta altro che un guru che sappia calamitare l’odio crescente per ebrei e ‘infedeli’”, scrive sul Corriere Pierluigi Battista secondo cui il carcere non è una soluzione. “Nel mondo della libertà e della tolleranza il linguaggio malato di Dieudonné va contestato ma non trasferito in galera – scrive Battista – E forse nemmeno rinviato a giudizio. Perché ‘Je suis Charlie’ non venga dimenticato troppo presto”. Sul Fatto Quotidiano Stefano Feltri da voce alle posizioni del comico antisemita: “Da un anno sono trattato come il nemico pubblico numero uno anche se non faccio altro che cercare di far ridere… mi trattano come Amedy Coulibaly ma non sono affatto diverso da Charlie”.

Italia-terrorismo: pericolo imam e jihadisti di ritorno. Sono dodici gli imam considerati integralisti e pericolosi che hanno predicato in diverse città italiane, invocando l’odio contro l’occidente. A farne un identikit, un articolo di Repubblica in cui si spiega che “l’Antiterrorismo e l’intelligence hanno una lista di 12 imam itineranti radicali che hanno predicato in Italia, reclutando combattenti” per la jihad. E tra i combattenti, i così detti foreign fighets, c’è chi torna: dieci sono stati individuati in Italia e la procura di Roma sta indagando su di loro. “I nemici – scrive La Stampa in riferimento ai jihadisti – sono gli occidentali, gli americani, gli ebrei: «.. dall’ infanzia.. dall’ infanzia.. devi inculcare l’odio sugli ebrei.. perché è fondamentale nella.. nella nostra fede, odiare gli ebrei..” si sente nelle registrazioni dei predicatori dell’odio.

Prevenire il prossimo esodo ebraico. Sul Wall Street Journal il presidente del Congresso ebraico europeo Moshe Kantor invita l’Europa a tutelare in modo più efficace la minoranza ebraica e a salvaguardarla dall’antisemitismo che si affaccia in modo sempre più pericoloso nei paesi europei. “La storia ha dimostrato che dove gli ebrei non possono vivere in sicurezza – scrive Kantor – tutti sono a rischio”.

La giornata del dialogo ebraico-cristiano. “Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo”. “L’ottavo Comandamento – scrive Avvenire – fa da fulcro alla 19ma Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei promossa dalla Conferenza episcopale italiana. L’appuntamento viene celebrato ogni 17 gennaio alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. Nell’articolo di Avvenire, sono riportate le parole di rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia: “La nona Parola – spiega il rav- è legata di per sé all’ambito giudiziario e fa riferimento al ruolo del testimone in tribunale. Ma si estende anche alla dimensione sociale sottolineando che l’autenticità e la sincerità sono fondamentali nell’incontro con l’altro”. Sempre su Avvenire un’agenda degli incontri che si svolgeranno in tutta Italia.

Firenze Capitale, Comunità ebraica Capitale. “Il primo evento dell’iniziativa voluta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze per i 150 anni di Firenze Capitale d’Italia – scrive il Corriere Fiorentino – sarà una conferenza nella sede della Comunità ebraica di Firenze. “Nel 2015 la sinagoga sarà centro nevralgico attraverso il quale, visitando luoghi noti e meno noti della città, ci si snoderà nel cuore di Firenze – sottolineano dalla Comunità – Incontri tematici per approfondire le conoscenze e l’interesse per l’Orientalismo a Firenze nel corso dell’Ottocento”. E oggi, alle ore 17,30, primo appuntamento al museo ebraico di via Farini con l’esposizione “Moses Levy e le famiglie dei Gomi tra Tunisi e Livorno”.

Ebrei e musulmani, la convivenza possibile. Così il Corriere titola la replica di
Shaykh’Abd al Wahld Pallavkinl, presidente CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islarnlca), all’intervento di rav Giuseppe Laras, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, pubblicato ieri sul quotidiano di via Solferino.

La querela dov’è? Nel corso della puntata di Porta a Porta sulle stragi di Parigi, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici ha contestato a Davide Piccardo, segretario del Coordinamento associazioni islamiche milanesi, di aver “gioito per l’ assalto dello scorso luglio alla sinagoga di Parigi, come ha scritto il Giornale”. È falso, ha replicato Piccardo a Pacifici, sostenendo di aver querelato il quotidiano. Oggi però il Giornale scrive “Querela di cui finora non abbiamo avuto notizia anche se questo non vuol dire granché: non sempre la denuncia viene notificata e, nel caso, non sempre tempestivamente. Non siamo dunque in grado di confermare o smentire”.

Daniel Reichel

(15 gennaio 2015)