Qui Roma – Insegnare la Memoria
Decimo anno di attività per il Master Internazionale di II livello in Didattica della Shoah presente nell’offerta formativa dell’Università degli Studi di Roma Tre e diretto dal professore David Meghnagi. Un traguardo celebrato oggi nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio che ha visto gli interventi di Anna Nardini, consigliere della Presidenza del Consiglio; Massimo Panizza, Magnifico Rettore di Roma Tre; Victor Magiar, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con delega alla Memoria; Rafael Erdreich, ministro consigliere dell’Ambasciata d’Israele e le riflessioni di Giacomo Marramao (Presidente della Scuola di Lettere, Filosofia, Lingue), del presidente emerito della Camera dei Deputati Luciano Violante e del professore di sociologia Roberto Cipriani.
“Quello che vogliamo fare oggi – spiega Meghnagi – è confrontarci sul tema della Memoria in maniera inedita e viva, proprio per questo ho voluto che tra i partecipanti ci fossero i ragazzi dell’ultimo anno del liceo. Trovandoci in una sede istituzionale vorrei anche lanciare un auspicio: che il master diventi gratuito. Tengo davvero che insegnanti meritevoli possano accedervi senza dover pagare la retta”.
“Ho appena visitato Auschwitz – introduce la Nardini – con i testimoni che hanno rievocato i ricordi più vividi. Insieme al viaggio bisogna contestualizzare il periodo storico ed attualizzarlo. Proprio la mancanza di consapevolezza ci sta facendo vivere i momenti drammatici nati dal germe della discriminazione e della paura del diverso”.
Victor Magiar si appella direttamente agli studenti in sala: “Siete voi la vera sfida. Quando leggevo le parole di Primo Levi, la cui paura era quella di una nuova Shoah, la credevo una esagerazione. Dalla guerra nella ex Jugoslavia in poi mi sono dovuto tristemente ricredere. Una tragedia simile è possibile. Proprio per questo è fondamentale che siate voi ragazzi ad avere consapevolezza, senza banalizzare la Memoria. Dovete essere le sentinelle del futuro”.
Il rettore Panizza si mostra entusiasta dei risultati del Master: “Sono fiero di essere qui. E voglio anche sottolineare come gran parte degli studenti che frequentano questo corso riescano poi a trovare una occupazione. Sembra evidente quando la didattica della Memoria sia un tema di fondamentale importanza. Dopo i fatti che hanno stravolto l’Europa, mi sembra inoltre giusto che il tema sui cui si interrogherà Roma Tre questo nuovo anno sia quello del dialogo interreligioso”. Rafael Erdreich continua: “In quanto rappresentante dello Stato d’Israele sono molto contento dell’esistenza di questo master. Abbiamo appena visto come gli ebrei d’Europa vivono nel pericolo di gesti assurdi e nei luoghi più impensabili. Solo imparando la tolleranza vinceremo la xenofobia. Sono inoltre entusiasta che con Roma Tre stia prendendo vita il progetto ‘International Center For Modern Jewish Civilization and Israel Studies’ che ci coinvolgerà direttamente”.
Giacomo Marramao evidenzia i problemi specifici di fronte alla persecuzione perpetrata contro gli ebrei: “Il popolo ebraico sembra aver pagato per tutto. E il vero errore imperdonabile nel quale potremmo incorrere è la violenza dell’oblio. Ed anche la maschera dell’antisionismo a celare quella dell’antisemitismo. L’identità ebraica, e cito l’anglista Dario Calimani, cammina perennemente sull’asse della precarietà. E ricordiamo che tutto è stato possibile anche grazie al silenzio della cosiddetta zona grigia”.
Luciano Violante ritorna proprio sulla zona grigia citando Norberto Bobbio: “Bobbio raccontava che una volta entrò in un bar di Padova nel quale era attaccato un cartello che vietava l’entrata agli ebrei. Si arrabbiò moltissimo ma non trovò il coraggio di strapparlo. Il pericolo della Memoria è che diventi pietrificata o disordinata. Ed è questo che non dobbiamo permettere. Dobbiamo vivere nell’ottica di una idea in particolare: ognuno di noi può diventare una minoranza e per questo essere perseguitato”.
Ad aprire un nuovo punto Roberto Cipriani ,che analizza il comportamento della sociologia nei confronti della Shoah: “Vi rendete conto che fino agli anni ’60 nessun sociologo accademico aveva affrontato il problema?”.
“Un motivo in più – conclude David Meghnagi – per dedicare prossimamente un seminario sull’argomento”.
rs
(21 gennaio 2015)